L’indagine è iniziata già nel 2015. La banda di imprenditori e prestanome, per evitare il sequestro dei beni, ha dato "vita" a 2 imprese fantasma in Croazia per trasferire il denaro. La voragine per imposte evase è di 100 milioni di euro.
Attraverso intercettazioni telefoniche e analisi di sistemi bancari e informatici sequestrati, è emerso che l’amministratore della società lucchese messo in atto un disegno illecito finalizzato all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per frodare il fisco.
Sono 68 i soggetti indagati, 57 le imprese scoperte. Ai domiciliari un imprenditore cinese, maestro del sistema “apri e chiudi” delle ditte per evadere le imposte, in debito con lo Stato di oltre 1,7 milioni di euro.