"Pesanti combattimenti sono in corso nella città di Severodonetsk. Le truppe russe continuano a prenderla d'assalto". Lo sottolinea l'intelligence britannica. Gli Stati Uniti, intanto, hanno accusato Mosca di aver intimidito alcuni giornalisti americani che operavano sul suolo russo.
Quello della Gazzetta è solo l'ultimo caso, in ordine di tempo, a testimoniare la crisi che da decenni investe il mondo dell'informazione. Al netto degli aspetti giuridici della vicenda, non si ha il coraggio di dire che giornali blasonati, sono finiti nelle mani di gente attenta solo al profitto, e non anche al servizio prestato ai lettori. Editore e imprenditore non sono esattamente sinonimi.
Il 13 giugno 2021 saranno trascorsi 40 anni da quando, nel 1981, abbiamo detto addio ad Alfredino Rampi. Un dramma che segnerà per sempre la storia del giornalismo e la vita degli italiani.
Ci si aspetta in una fase di rilancio del Paese, che prenda in considerazione anche l'informazione. La soluzione non è trovare soldi per finanziare i prepensionamenti dei giornalisti.
Non sarà un'avventura, e nemmeno l'ennesima nuova sfida. Il Quotidiano Italiano non è nato per gioco dai soliti 4 amici al bar, né tanto meno sarà una scalinata verso il paradiso o un'autostrada per l'inferno. C'è voluto molto tempo per arrivare a oggi, esattamente 150 anni.
Solo nei primi mesi della pandemia la parola “Covid” è stata utilizzata dai mezzi di informazione un milione e mezzo di volte. Una media di 16.231 citazioni al giorno, una volta ogni 5 secondi.