A dare l'allarme i vicini di casa che, non vedendo i due in giro da parecchio tempo e dopo aver avvertito un forte odore di gas proveniente dalla cucina, hanno avvertito i Carabinieri.
Dopo la sentenza di condanna dello scorso 5 aprile, nei confronti di Di Bernardo e D'Alessandro, ieri sono state rese pubbliche le motivazioni della decisione. Per la Cassazione la causa primaria della morte del ragazzo è da ricercarsi nel pestaggio subito.
A termine di un lungo interrogatorio durato all'incirca 7 ore, il sospettato quale avrebbe fatto alcune ammissioni. L'uomo è stato trasferito in carcere e, al momento, è in attesa del vaglio del provvedimento di fermo da parte del Gip.
Secondo una prima ricostruzione, l'uomo sarebbe stato aggredito e poi ucciso al culmine di una violenta aggressione. Al momento, tra le ipotesi più accreditate quella di rapina finita male.
La segnalazione di un uomo seminudo che vagava a Sabaudia, in stato confusionale, ha allertato i Carabinieri. Dopo aver ricostruito la sua identità, i militari hanno fatto un sopralluogo nell’abitazione della vittima dove hanno trovato il cadavere a terra con numerose ferite da taglio.
Oltre alla donna 56enne e alla figlia 16enne trovate morte, ci sarebbe l'altro figlio, un ragazzo di 23 anni, con un importante trauma cranico. Fermato il marito della donna uccisa. L'uomo, un 57enne originario del posto, è stato trovato con ferite da taglio ai polsi.
L'uomo, considerato vicino al clan “Mallardo”, era stato condannato a 16 anni di reclusione per i reati di rapina, ricettazione e porto illegale di armi.