"Da quattro mesi aveva chiesto l'aiuto medico al suicidio, rientrando nelle condizioni previste dalla Corte Costituzionale, ma una serie di incredibili ritardi e di boicottaggi da parte del Servizio sanitario l'hanno portato a scegliere la sedazione profonda". Così l'avvocato Filomena Gallo, legale della famiglia Ridolfi.