Salvatore “Totò” Schillaci, icona indimenticabile del calcio italiano e protagonista assoluto dei Mondiali di Italia ’90, è morto a 59 anni dopo una dura lotta contro il cancro. Ricoverato dal 7 settembre nel reparto di pneumologia dell’ospedale Civico di Palermo, la sua condizione era peggiorata nelle ultime settimane. Schillaci, con il suo spirito indomabile e le sue giocate, ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio.
Era il 1990 quando un giovane attaccante siciliano, cresciuto nelle file del Messina, sbucò quasi dal nulla per diventare il simbolo delle “Notti Magiche” italiane. Proveniente dalla Serie B, ma benedetto dal talento e dalla grazia del pallone, Schillaci divenne l’uomo del destino, segnando 6 gol in quel Mondiale. L’Italia, pur fermandosi in semifinale contro l’Argentina di Maradona, visse momenti di gloria grazie al suo contributo. Schillaci si aggiudicò il titolo di capocannoniere e miglior giocatore del torneo, e con i suoi occhi spiritati e le braccia al cielo divenne l’icona di un sogno collettivo che ha unito un’intera nazione.
Nato a Palermo il 1° dicembre 1964, Schillaci mosse i primi passi nel calcio con l’AMAT, per poi essere acquistato dal Messina nel 1982. Fu proprio con i siciliani che la sua carriera decollò, segnando 23 gol nel 1988-1989, stagione che lo lanciò verso la Juventus. In bianconero, Totò confermò il suo talento realizzando 15 reti in campionato e contribuendo in modo decisivo alle vittorie della Coppa Italia e della Coppa UEFA.
Le prestazioni straordinarie in maglia bianconera attirarono l’attenzione del ct Azeglio Vicini, che lo convocò per il Mondiale del 1990. Schillaci iniziò da riserva, ma nella seconda metà della partita inaugurale contro l’Austria entrò in campo e, dopo soli quattro minuti, segnò il gol decisivo. Fu l’inizio di un percorso leggendario che lo vide segnare in ogni partita successiva, formando un irresistibile tandem offensivo con Roberto Baggio.
Tuttavia, dopo il picco di Italia ’90, la carriera di Schillaci subì un declino. L’arrivo di Gianluca Vialli alla Juventus nel 1992 limitò il suo spazio in squadra, e Totò passò all’Inter, dove giocò per due stagioni prima di trasferirsi in Giappone. Con lo Júbilo Iwata divenne il primo calciatore italiano a militare nel campionato nipponico, vincendo anche la J. League nel 1997, prima di ritirarsi ufficialmente nel 1999.
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Schillaci intraprese una serie di attività, partecipando a reality show come “L’Isola dei Famosi” e interpretando piccoli ruoli televisivi. Nel 2016 pubblicò la sua autobiografia “Il gol è tutto”, un racconto di vita che ripercorreva il sogno di un ragazzo siciliano diventato eroe nazionale.
L’Italia sportiva e non solo oggi lo ricorda con affetto, omaggiando l’uomo che, per una magica estate del 1990, fece sognare un Paese intero.
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