venerdì, 29 Marzo 2024

Emergenza immigrati, i numeri reali e la percezione degli italiani

Dopo la strage avvenuta a Cutro la notte tra il 25 e il 26 febbraio scorso, l’immigrazione e la chiusura dei porti è uno dei temi principali più caldi.

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Dopo la strage avvenuta a Cutro la notte tra il 25 e il 26 febbraio scorso, l’immigrazione e la chiusura dei porti è uno dei temi principali più caldi.

Nel 2016 Turchia e Unione Europea firmano l’accordo che chiude le frontiere balcaniche: da quel momento chi vuole scappare dal proprio paese risulta costretto ad attraversare la rotta del Mediterraneo centrale. Questa decisone ha incrementato gli arrivi clandestini via mare che solo nel 2022 sono stati 105.131. Nei primi mesi del 2023 sono risultati quasi il 70% degli oltre 20.800 registrati sulle rotte migratorie del Mediterraneo. Le ragioni degli spostamenti sono molteplici tra cui il lavoro, la famiglia ma soprattutto la guerra. Lo si è notato nell’ultimo anno a seguito dell’invasione russa in Ucraina: alla fine del 2022, 265.118 rifugiati ucraini erano sparsi in tutta Europa.

L’Italia è il primo paese d’arrivo per i rifugiati e migranti in Europa, ma non è il paese che ne ospita di più. Infatti, la Turchia è stato il paese ospitante maggiore in tutto il mondo nel 2021 con più di 3.8 milioni di rifugiati, segue Germania con 79.700, Francia con 51.000 e poi Italia con 21.100. Se si considera invece la proporzione degli individui provenienti da paesi extra UE con i cittadini di paesi UE, in cima alla classifica troviamo Lussemburgo, Liechtenstein, Svizzera, Malta, Cipro e Austria. In Italia è presente soltanto il 6% di individui stranieri su tutta la popolazione, ma la percezione degli italiani non rispecchia i numeri.

Fonte: ISPI/Instagram

Lo si capisce leggendo i commenti sotto i post che ne trattano l’argomento, dimostrazione che, anche se alcuni degli immigrati sono riusciti a ricevere dopo 10 lunghi anni la cittadinanza italiana, non vengono facilmente accettati e integrati nelle nostre comunità. 

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E se si pensa che gli italiani stiano fermi, ci si sbaglia. Negli anni della pandemia gli espatri sono diminuiti e maggiormente hanno origine nelle regioni del Nord Italia. Circa un quarto dei giovani compresi nella fascia d’età tra i 25 e i 34 anni che sono espatriati possedevano una laurea, corrispondenti a 120 mila unità. Le destinazioni preferite dei neolaureati italiani sono il Regno Unito, soprattutto dopo la sua uscita dall’UE, Germania, Svizzera e Francia. Allo stesso tempo, sono rimpatriati 41 mila giovani laureati e il calcolo è immediato: la differenza è costantemente negativa. Ciononostante, i vuoti lasciati nel Nord dai laureati vengono colmati dalla migrazione interna dei giovani del Mezzogiorno. Le giovani risorse qualificate provenienti dal Sud Italia dunque rappresentano una fonte di capitale umano per le aree maggiormente nel Nord e nel Centro del Paese.

I problemi principali legati alla tratta marittima sono due: la pericolosità del viaggio che spesso prende il nome del “viaggio della speranza” o addirittura “viaggio della morte” e la presenza di minori non accompagnati. Sulle coste del Mediterraneo infatti, dal 2014 ad oggi hanno perso la vita almeno 26.700 persone.

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