sabato, 20 Aprile 2024

Maternità surrogata, la Corte europea agli Stati membri: “Vietare l’adozione a chi ha pagato viola il diritto dei minori”

La Corte ha difeso la maternità surrogata dinanzi al caso di una cittadina di Copenaghen, a cui la legge danese ha vietato la possibilità di adottare i gemelli nati in Ucraina mediante gestazione per altri commerciale. Un nuovo passo della Cedu verso i diritti civili dopo aver sancito nel 2021 l'obbligo per tutti i Paesi Ue a "riconoscere lo stato di filiazione del minore con genitori omosessuali".

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La maternità surrogata torna al centro del dibattito giuridico, sociale e politico e la Corte europea dei diritti dell’uomo si è espressa in sua difesa. La Cedu si è trovata a dover giudicare il caso di una cittadina di Copenaghen, a cui la legge danese ha vietato la possibilità di adottare i gemellini nati in Ucraina mediante madre gestante, figli desiderati e commissionati da lei e suo marito tramite un contratto di gravidanza per altri su base commerciale. Nonostante i bambini siano già legalmente figli del compagno, nonché loro padre biologico, e abbiano quindi già la nazionalità danese, la Danimarca ha concesso alla donna solo la custodia congiunta dei piccoli, negandole così il diritto di essere riconosciuta come la loro mamma. Stando alla Corte di Strasburgo, “la legge che vieta l’adozione di bambini da parte di una madre che ha pagato la maternità surrogata, che ha permesso la loro nascita, viola il diritto dei minori al rispetto della vita familiare“.

Nelle conclusioni della sentenza si legge come le autorità danesi, negando l’adozione, non abbiano “consentito il riconoscimento totale della relazione genitore-figlio e questo ha posto i minori in una posizione giuridica non chiara, come ad esempio per quanto riguarda l’eredità”. La Cedu ci ha tenuto a ribadire come “l’interesse del bambino sia primario“, spiegando che la Danimarca ha dimostrato di non aver trovato “il giusto equilibrio tra l’interesse della società a limitare gli effetti negativi della maternità surrogata a pagamento e gli interessi dei gemelli”. I giudici hanno stabilito con 4 voti a favore e 3 contrari che lo Stato dovrà pagare “al secondo e al terzo ricorrente 5mila euro ciascuno a titolo di danno non patrimoniale”.

Sentenza Cedu del 2021 per “riconoscimento dello stato di filiazione del minore con genitori omosessuali”

La Corte di Giustizia Ue si è espressa inoltre nella sentenza del 14 dicembre 2021 sull’obbligo per tutti i Paesi europei, anche quelli che vietano la maternità surrogata come previsto in Italia dalla legge 40/2004 in materia di procreazione medicalmente assistita, di “riconoscere lo stato di filiazione del minore con genitori omosessuali“, nel caso in cui tale rapporto sia stato già legalmente accertato dallo Stato membro di cui il minore è cittadino. Una decisione straordinaria in tema di diritti civili, seppur passata in sordina, che costringe di fatto i Paesi Ue ad astenersi dal dividere i componenti di una famiglia arcobaleno, quando ovviamente questi ultimi abbiano intenzione di circolare all’interno del territorio dell’Unione.

In Italia ddl per maternità surrogata come reato universale

Una situazione piuttosto anacronistica se letta alla luce dei disegni di legge avanzati dal centro destra nel nostro Paese fin dallo scorso anno e riproposti nell’ultimo ddl Gasparri, che vorrebbero rendere la maternità surrogata reato universale, punendo così anche chi si reca all’estero per avere un figlio mediante tale pratica riproduttiva. Si tratta di una tematica delicatissima di cui abbiamo già parlato, raccontando la sofferenza e la speranza di Maria Sole Giardini, giovane donna affetta dalla sindrome di Rokitansky, nata senza utero, ma con ovaie e ovociti, che lotta assieme a suo marito Sergio e all’Associazione Luca Coscioni per la legalizzazione della gravidanza solidale per altri in Italia. Ne abbiamo anche discusso con Maurizio Mori, presidente della Consulta di Bioetica, e Alessio Musio, professore di Filosofia morale e Bioetica all’Università Cattolica del Sacro Cuore, per dare la possibilità ai nostri lettori di ascoltare due punti di vista divergenti sulla questione e poter farsi liberamente e criticamente un’idea.

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