Marco Cappato, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, è di nuovo indagato per aiuto al suicidio, dopo aver accompagnato a morire in Svizzera giovedì 24 novembre Romano, 82enne ex giornalista ed ex pubblicitario, affetto da una forma atipica di Parkinson. L’uomo si è spento mediante suicidio assistito venerdì scorso; l’attivista del fine vita si è autodenunciato il giorno dopo ai Carabinieri della Compagnia Duomo di Milano, che hanno provveduto a inoltrate la denuncia al pool guidato dall’aggiunto Tiziana Siciliano. La Procura di Milano ha aperto così una nuova inchiesta, coordinata dal pm Luca Gaglio, a carico di Cappato, su cui pende già un’indagine per lo stesso reato in merito alla morte di Elena Altamira, 69enne veneta malata terminale di cancro, che ha deciso di spegnersi in Svizzera, sempre presso la clinica Dignitas di Zurigo nell’agosto di quest’anno.
Cappato dopo la morte di Elena si è autodenunciato per averla accompagnata nel suo ultimo viaggio e aiutata a porre fine alla sua esistenza, un caso di cui abbiamo parlato anche con Mario Riccio, anestesista di Piergiorgio Welby, membro della Consulta di Bioetica e consigliere dell’Associazione Luca Coscioni. L’attivista ha dichiarato, però, di non aver ancora ricevuto notizie in merito a quell’inchiesta, né alcuna notizia sulla chiusura delle indagini, né un’eventuale richiesta di archiviazione. In un post pubblicato dal tesoriere su Facebook si legge che la situazione di Romano era diventata “una trappola micidiale che si stava stringendo attorno a lui e che ci parla di una violenza di Stato, effetto delle contraddizioni della legge italiana”.
