giovedì, 25 Aprile 2024

No Meloni Day, scontri con la Polizia a Torino lacrimogeni a Milano: da Nord a Sud protesta contro la scuola e decreto anti rave

In tutta Italia c'è stato il No Meloni Day, una protesta organizzata dagli studenti per manifestare contro il Governo e le sue decisioni al riguardo dell'istruzione. Gli studenti hanno chiesto anche che venga abolita l'alternanza scuola lavoro, che ha portato alla morte di tre ragazzi.

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Quest’oggi 18 novembre in tutta Italia è iniziato il “No Meloni day” la manifestazione annunciata lo scorso martedì 15 novembre dall’Unione degli Studenti, come protesta verso il nuovo governo, i pochi fondi destinati all’istruzione e l’alternanza scuola lavoro. Mentre in tutto il Paese la protesta è stata pacifica, a Milano e Torino si registrano diversi episodi più forti tra uova lanciate sulla Polizia e bandiere incendiate.

Il corteo a Milano

Il corteo è partito alle 9:30 da largo Cairoli, a Milano, per poi spostarsi per le vie della città. Una delle prime tappe della manifestazione è stata la sede Enel in via Broletto, che è stata imbrattata con della vernice; successivamente alcuni giovani hanno incendiato la bandiera di Fratelli d’Italia, per poi spostarsi in via Pantano, sede di Assolombarda, dove alcuni manifestanti hanno lanciato dei lacrimogeni e mostrato uno striscione con su scritto “Via i privati dalle scuole”. Per protestare contro le morti causate dall’alternanza scuola lavoro, alcuni studenti hanno indossato dei guanti rossi, simbolo del sangue sulle mani, per poi inginocchiarsi in un minuto di raccoglimento.

Attorno alle 11:30, il corteo si è spostato nel cortile dell’Università in via Festa del Perdono, mentre un gruppo rimasto indietro ha lasciato un lenzuolo bianco ricoperto di letame in corso Monforte. In vista del No Meloni day, il coordinamento dei collettivi studenteschi aveva improvvisato l’occupazione della sede di Assolombarda. I giovani, che indossavano vestiti con tute bianche sporche di sangue, avevano lasciato degli elmetti gialli a terra, per poi esporre uno striscione che recitava “Governi e Confindustria ci avete rubato il futuro”, oltre a dei cartelli con su scritto “Parlate di sicurezza e noi continuiamo a morire a scuola” e Lorenzo, Giuliano e Giuseppe, omicidi di Stato”

Uova impregnate di vernice contro la Polizia a Torino

Durante il corteo del No Meloni Day a Torino, alcuni studenti hanno lanciato delle uova impregnate di vernice rossa contro la Polizia che era schierata davanti l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte. Il cuore della protesta però era in piazza XXVIII Dicembre, dove molte persone si sono radunate per protestare contro la scuola. “No governo Meloni No scuola azienda” recita uno striscione in testa alla manifestazione. I promotori della “mobilitazione” hanno spiegato i motivi della protesta: “È rivolta contro la scuola del merito che esclude e si basa eccessivamente sulla competizione. Il ministero dell’Istruzione del governo Meloni è diventato il ministero merito. Non c’è nessuna vera meritocrazia in un sistema scolastico con sempre meno diritto allo studio. Mediamente 100mila studenti ogni anno abbandonano la scuola”.

No Meloni Day nel resto d’Italia

Per le strade di Pescara tutti gli studenti sono scesi in piazza per protestare contro la scuola del merito, e contro le misure per l’istruzione annunciate dal Governo. Il corteo si è spostato per le strade della città fino ad arrivare in piazza della Rinascita, dove si è tenuto il comizio finale. Diverse le dichiarazioni durante il corteo, “Vogliamo l’introduzione dell’istruzione integrata” “una riforma che preveda investimenti strutturali sui laboratori”.

A Cosenza, gli studenti hanno partecipato alla protesta per opporsi all’alternanza scuola lavoro e al caro-istruzione. La responsabile locale della Fgc, Cristina Gaudio, ha parlato della manifestazione: “Tre studenti sono morti in un anno durante i percorsi di Pcto. Non può esistere meritocrazia in un sistema scolastico classista, che accentua le disuguaglianze tra gli studenti nell’accesso allo studio. Le nostre scuole cadono a pezzi, l’istruzione costa sempre di più ma si aumentano le spese militari.” Anche a Bologna la protesta, partita da piazza Verdi, ha riguardato i temi dell’istruzione, ma il centinaio di studenti che ha manifestato, ha anche espresso il sostegno per gli studenti del Cua che sono stati sgomberati da via Oberdan nella giornata di ieri 17 novembre.

A Genova il corteo si è scagliato contro il ministero dell’istruzione, definendolo anche del merito. La protesta ha bloccato il traffico cittadino, e ha attraversato tutta la città per poi terminare in piazza Matteotti. Anche a Imperia è avvenuta una manifestazione simile, dove due gruppi di manifestanti sono partiti da Oneglia e Porto Maurizio intonando “Bella Ciao” e “Fischia il Vento”; l’obbiettivo della protesta è stato quello di mettere in evidenza il problema dei trasporti, hanno dichiarato alcuni manifestanti. A Cagliari, il No Meloni Day è stato caratterizzato anche dalle proteste per il crollo di Sa Duchessa, che si trova nel polo umanistico dell’Università, avvenuto lo scorso mese di ottobre. Da piazza della Repubblica è partito un corteo che che si è arrestato al palazzo del consiglio regionale. Il coordinatore di UDS Cagliari, Michele Pintus, ha dichiarato: “Vogliamo scuole che non cadano a pezzi, accessibilità e vogliamo la cessazione dello sfruttamento degli studenti da parte di un sistema che li obbliga a lavorare gratuitamente nelle aziende private in cui talvolta muoiono”.

La protesta a Palermo, oltre che sulla scuola, si è concentrata sulla legge anti-rave e i manifestanti hanno bloccato il traffico e la circolazione con dei cortei non autorizzati, mentre un altro gruppo ha invaso la stazione centrale. Gli studenti hanno chiesto una scuola pubblica e di qualità, per poi concentrarsi sul nuovo provvedimento del governo: “La scusa è quella di bloccare i rave e tutelare l’ordine e la salute pubblica, ma nel testo non si menziona neppure una volta la parola rave e anzi si specifica di voler inasprire le pene a chiunque si rende protagonista di un generico raduno.” 

A Venezia invece, la Rete degli studenti medi ha accolto i liceali dell’istituto Foscarini con un flash mob, per poi esporre uno striscione e lanciare una “fotopetizione” contro il Governo e il ministero dell’Istruzione. Nel frattempo diversi studenti universitari e dottorandi hanno presidiato le sedi di Ca Foscarini e luav come protesta contro il Governo “Che da anni non fa nulla per tutelare il Diritto allo Studio di migliaia di studenti iscritti nelle università del Veneto”.

A Perugia, la manifestazione studentesca organizzata da vari enti, tra cui sinistra universitaria-Udu Perugia, Altrascuola-Rete degli studenti medi e Unione degli Studenti Umbria, ha riguardato il trasporto e la situazione di vari studenti senza un alloggio. il presidente del Consiglio degli studenti dell’Università degli studi di Perugia, Matias Cravero, ha dichiarato:“Non è possibile che ad oggi, per muoversi dopo le 22 non ci sia nessun servizio di trasporto pubblico disponibile. Chiediamo con forza la reintroduzione di Gimo, il servizio di mobilità notturna frutto di una proposta di Udu e Rete che ha funzionato molto bene in passato”. La coordinatrice della Sinistra universitaria-Udu Perugia, Margherita Esposito, si espressa sul problema degli alloggi: “Quest’anno per la prima volta moltissimi studenti idonei al servizio abitativo non avranno un alloggio. Questo significa che il diritto alla casa degli studenti svantaggiati non sarà garantito”. Anche la coordinatrice regionale dell’Uds Umbria, Enea Spilla, è intervenuta durante la protesta: “Oggi in Umbria abbiamo dato voce agli studenti che troppe volte la Giunta Tesei si è rifiutata di ascoltare vogliamo una nuova legge regionale per il diritto allo studio e più finanziamenti che la normativa attuale non vincola la Regione a erogare, scaricando le responsabilità chiave a Province e Comuni”.

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