giovedì, 28 Marzo 2024

Cop27, si entra nel vivo dei lavori: oggi è la Giornata della Finanza

Gli impegni sottoscritti nell'Accordo di Parigi e disattesi dai Paesi firmatari, hanno portato alla luce la necessità di una svolta e nuova tabella di marcia nei finanziamenti climatici, come illustra un rapporto commissionato dalla Presidenza egiziana della Cop27

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La Cop27, riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, Unfccc) entra da oggi nel vivo dei lavori. Dopo il “Summit di attuazione per il clima”, il vertice dei Capi di Stato e di Governo tenutosi lunedì 7 e martedì 8 novembre a cui ha partecipato anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, iniziano da oggi, parallelamente ai negoziati, una serie di giornate tematiche caratterizzate da discussioni, tavole rotonde ed eventi collaterali. Lo scopo è permettere una interazione maggiore tra i diversi protagonisti coinvolti nella lotta al cambiamento climatico e dare voce, tra gli altri, a giovani, donne e società civile. Oggi, mercoledì 9 novembre, sarà la Giornata della Finanza, giovedì 10 della Scienza e dei Giovani, venerdì 11 della Decarbonizzazione, sabato 12 dell’Adattamento e dell’Agricoltura. Dopo la pausa domenicale, lunedì 14 i temi affrontati saranno Genere e Acqua, martedì 15 sarà la giornata della Società Civile e dell’Energia, mercoledì 16 della Biodiversità, giovedì 17, ultimo giorno di lavori, sarà la giornata delle Soluzioni. La Cop27 si concluderà venerdì 18 novembre con la trattativa tra i Paesi partecipanti e il documento finale.

La Finanza per il clima

Il focus sul tema Finanza nel primo giorno di lavori tematici evidenzia come sia essenziale compiere passi sulla questione dei finanziamenti per il clima. La Finanza è elemento catalizzatore per il progresso su tutti gli aspetti dell’agenda globale climatica e per l’attuazione delle conseguenti azioni necessarie. In questa giornata della Cop27 verranno quindi illustrati diversi aspetti dell’ecosistema finanziario per il clima, inclusi strumenti innovativi e misti, tra privati e pubblici, e politiche che hanno il potenziale per migliorare l’accesso e contribuire alla transizione prevista e necessaria, compresi quelle relativi al debito per gli scambi ambientali.

Investimenti necessari nei mercati emergenti

Già nell’Accordo di Parigi sottoscritto dai 195 Paesi partecipanti alla Cop21 a dicembre 2015, si definiva nell’articolo 6 che i Paesi firmatari più sviluppati dovessero fornire risorse finanziare per assistere quelli in via di sviluppo. La Cop27 vuole rendere effettive le promesse fatte, mantenendo gli impegni presi. Ma proprio gli impegni di finanziamenti pari a 100 miliari di dollari all’anno entro il 2020 sono stati disattesi successivamente all’Accordo di Parigi, come spiegano gli economisti Vera Songwe, Nicholas Stern e Amar Bhattacharya nel rapporto commissionato dalla presidenza egiziana della Cop27 e da quella precedente britannica e pubblicato nella giornata di ieri, martedì 8 novembre. Nel documento, elaborato da un gruppo indipendente di esperti di Finanza climatica, si prevede che i Paesi del Sud del mondo avranno bisogno di più di 2mila miliardi di dollari all’anno entro il 2030 per finanziare la loro azione per il clima, di cui quasi la metà proverrà da investitori esterni. Questi investimenti nei mercati emergenti e nei Paesi in via di sviluppo, esclusa la Cina, dovrebbero essere utilizzati per “ridurre le emissioni, costruire resilienza, affrontare le perdite e i danni causati dai cambiamenti climatici e ripristinare la Terra e la natura”

Sincronia tra finanziamenti pubblici e privati

Il mondo ha bisogno di una svolta e di una nuova tabella di marcia per i finanziamenti per il clima” scrivono gli autori del rapporto, sottolineando anche che: “Potenti effetti moltiplicatori possono emergere dai punti di vista complementari di tutte le fonti di finanziamento“. La somma totale necessaria per raggiungere gli obiettivi nei Paesi emergenti e in via di sviluppo dovrebbe raggiungere circa 2,4 trilioni di dollari entro il 2030. Di questi, 1.000 miliardi dovranno arrivare da finanziamenti esterni, grazie a investitori, Paesi sviluppati e istituzioni multilaterali. Il resto verrebbe invece da finanziamenti locali, pubblici o privati. E nella giornata di oggi si da proprio spazio ai diversi attori della scena finanziaria mondiale, che possono intervenire: oltre al classico debito sovrano e ai Ministeri delle Finanze nazionali, si parlerà anche del ruolo di finanziatori che possono avere organizzazioni filantropiche, settore privato e MDB, le Banche multilaterali di sviluppo.

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