giovedì, 25 Aprile 2024

Giovanni Floris, presentazione del suo romanzo “Il Gioco”: il “buon maestro” vs il “cattivo maestro” il nostro report

L'incontro si è tenuto il 20 Ottobre 2022, presso la storica cornice dell’ ex Convento del Carmine, ora Casa della Musica e della Cultura di Velletri, nella provincia di Roma.

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Il noto giornalista televisivo ha presentato il suo nuovo romanzo a Velletri, in provincia di Roma, in un evento organizzato dalla Mondadori Bookstore. “Il Gioco”, edito da Solferino, è ambientato in una dimensione immaginaria in cui le reali e attuali fragilità del sistema scolastico diventano le spinte propulsive di una strategia criminale sulle tracce della letteratura.

L’incontro si è tenuto il 20 Ottobre 2022, presso la storica cornice dell’ ex Convento del Carmine, ora Casa della Musica e della Cultura di Velletri, nella provincia di Roma.

Il noto giornalista televisivo, pluripremiato scrittore di romanzi e saggi letterari ha coinvolto la platea sulle motivazioni che lo hanno spinto a scrivere questa nuova rappresentazione del sistema scuola in Italia, ponendo da subito l’attenzione sulle criticità che la contraddistinguono. La veste di scrittore, ben diversa dalla funzione di cronista fedele e puntuale che ricopre abitualmente, gli hanno consentito di riprendere le indagini svolte attraverso l’inchiesta sulla scuola da lui condotta nel 2018 e tradotta poi nel saggio “Ultimo banco”, e immaginare una potenziale rivoluzione della classe docente. L’autore si chiede “cosa potrebbe succedere se i professori, per opporsi al declino del paese, decidessero di passare ad azioni illecite?

Parte da questa ipotesi la costruzione di un “gioco molto serio” che rianima la vita di alcuni personaggi mediante lo strumento che egli definisce essere il principale mezzo verso la salvezza finale, nonché verso la conclusione del “gioco”.  La letteratura diventa nell’impianto narrativo del libro, il filo d’Arianna attraverso cui sbrogliare l’intricata matassa investigativa, e risulta essere quindi metafora di quella ri-educazione collettiva di cui il nostro Paese sente intimamente il bisogno.

Così, attraverso un complotto ordito sulle trame di un giallo, ovvero la scomparsa di una ragazza di un Istituto Superiore della periferia romana, Floris intreccia una caccia al tesoro condotta da una serie di coppie di personaggi. “Ci sono l’ispettrice e l ispettore, che si occupano di risolvere il caso, i due ragazzi difficili della classe, i cosiddetti “alunni dell’ultimo banco” e i principali sospettati, infine ci sono le due figure antitetiche del “cattivo maestro”, “colui che utilizza i ragazzi come suoi strumenti e che detta le regole del gioco mediante la letteratura e il “buon maestro”  che utilizza, invece, la letteratura affinché i suoi ragazzi non siano strumenti di nessuno.”

Nella mancanza di fiducia nei confronti di ogni tipo di autorità, Floris individua il focus della nostra crisi epocale e dice: “Questo è il bivio davanti a cui ci troviamo, se lasciarci andare ad un mondo di superficialità e di parole vuote o rimanere ancorati ai valori seri e costrutttivi, quelli di una classe sociale, che è quella della classe docente, che noi stimiamo sempre di meno, che ha sempre meno motivi per tenere duro, che è sottopagata, che è messa sotto esame da noi stessi quando siamo genitori… e ammonisce: “L’unica autorevolezza che dobbiamo riconoscere è quella dei professori e della scuola, perché – ribadisce – un “buon maestro” può davvero fare la differenza nella vita dei suoi studenti.

Per questo il romanzo non ha una conclusione, l’enigma porta sempre ad un altro enigma, lasciando quella che lui definisce una “porta sempre aperta”, perché “ il gioco è una ricerca, e la ricerca non può che essere aperta … la cui funzione principale, dell’insegnamento, della cultura e della scienza è proprio quella che non si esaurisce mai”.

In questo gioco delle parti, la crescita culturale dei personaggi, la loro rinascita psicologica sotto la guida del “buon maestro” sono, al contempo, la dimostrazione che la rivoluzione negativa del “cattivo maestro” può essere sapientemente arginata mediante il buon uso della letteratura e soprattutto sono l’esempio della possibile salvezza del Paese.

Articolo di Adele Avella

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