martedì, 23 Aprile 2024

Modena City Ramblers, “In viaggio da sempre”: la nostra intervista dallo Sziget Festival

È uscito oggi il videoclip 'In viaggio da sempre' nato dalla collaborazione fra due gruppi iconici, I Rio e Modena City Ramblers

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Da oggi, 13 ottobre, è disponibile su Youtube il videoclip ufficiale della canzone ‘In viaggio da sempre’, una collaborazione tutta emiliana tra due band iconiche e storiche. Abbiamo avuto la possibilità di incontrare la band allo Sziget festival, dove hanno fatto impazzire il pubblico internazionale. L’intervista con Franco D’Aniello, fondatore e flautista del gruppo Modena City Ramblers.

Nel 2021 avete festeggiato i 30 anni della band. A causa della pandemia non avete avuto modo di fare un tour, ma avete dato un concerto online. C’è qualche progetto in cantiere per festeggiare i prossimi grandi traguardi, come per esempio i 40 anni della band?
Speriamo di arrivare anche a 50! Per il momento ci stiamo godendo molto il rientro nel nostro ambiente naturale, che è il live. Cominceremo il nostro tour in Italia a novembre e ricominciando ad incontrare la gente, abbiamo anche degli elementi nuovi per scrivere delle canzoni. Noi siamo un gruppo che descrive l’emozione di quel momento che può essere bello o brutto. Con le nostre canzoni dobbiamo dire qualcosa di significativo, raccontare una storia. Se non giri e non vai per i concerti, non riesci a progettare. Quindi per il momento raccogliamo un po’ di emozioni e sicuramente porteremo a casa delle cose da scrivere, cose da dire.

Avete già suonato in tanti posti come per esempio in Guatemala e Cuba, c’è un paese dove vi piacerebbe andare a suonare?
Avremmo voluto suonare a Mosca due anni fa, nella piazza Rossa alla parata in occasione del festeggiamento della vittoria della seconda guerra mondiale il 9 maggio, però purtroppo la pandemia e poi la guerra ci hanno impedito 2 volte di farlo. Suonare a Mosca per noi rimane sempre un obiettivo. È sempre bello suonare in un contesto dove non ti conoscono perché ti mette un po’ alla prova, hai sempre quel pizzico di adrenalina in più, visto che devi capire e rendere di più al pubblico. 

Secondo te anche il concerto dello Sziget Festival sarà simile?
Assolutamente sì! Sicuramente ci saranno tanti italiani visto che ovunque dove andiamo a suonare per fortuna ci sono sempre degli italiani di mezzo, i nostri fan che ci seguono. 

Questa è la 4a tappa del vostro tour estivo, come ci si sente a suonare dopo il lungo periodo della pandemia?
È molto emozionante, anche perché quest’anno la gente non ha più paura di ritrovarsi. Abbiamo rivisto la voglia delle persone di stare insieme, di fare comunità, di stare ad un concerto, di scambiare gli abbracci. Al di là di tante cose, sono le prime cose che ci mancavano in questo periodo, proprio il poter condividere i momenti insieme, come stare al tavolo a pranzare o come andare ad un concerto. 

Durante gli anni ci sono stati diversi cambi di membri nella band, diverse collaborazioni con altri musicisti, questi cambiamenti come hanno influenzato la vostra musica?
Noi siamo nati fin dall’inizio come una band molto aperta, dove l’identità della band è la band stessa. Le individualità sono importanti e fondamentali, ma ciò che conta è il giusto spirito delle persone che entrano a far parte dei Modena City Ramblers. Un po’ come una maglia di una squadra di calcio che al di là del fatto delle persone e degli individui che giocano bene al pallone e possono essere campioni, è lo spirito della maglia, il progetto che conta. I Modena City Ramblers non sono solo una somma di individui, sono molto di più. 

Come avete affrontato le difficoltà e le tragedie che sono accadute nel gruppo durante questi anni?
Abbiamo sempre vissuto ed affrontato con una mentalità giusta le difficoltà, siamo stati molto con i piedi per terra, rimanendo sempre realisti, senza costruire delle aspettative che non arrivando ti rendono frustrato. Inoltre conoscendo i nostri pregi e i nostri limiti, ci ha aiutato a vivere bene e serenamente qualsiasi cosa che ci ha portato la vita. Grazie a questa filosofia ci siamo trovati poche volte nei momenti difficili e insuperabili. Purtroppo i momenti brutti ti capitano, come quando morì un nostro musicista che era come fratello per noi. Per assurdo questo tragico evento che era devastante dal punto di vista personale del gruppo, ci ha unito ancora di più.

Qual è stato il vostro concerto più memorabile?
Ogni concerto ha la sua peculiarità e la sua cosa bella da ricordare. Naturalmente i concerti del primo maggio e del 5 aprile sono incredibili ed importantissimi sia per l’Italia che per noi. Un progetto invece che ci rimane sempre nel cuore, è quello che abbiamo fatto nel 2009 con l’associazione Libera sui terreni e beni confiscati dalla mafia. 

Come preparate la scaletta prima di un concerto?
Dopo tutti questi anni è diventato difficile fare la scaletta, in teoria dovremmo fare un concerto di 4 ore per poter suonare tutte le canzoni ed accontentare tutti i nostri fan.

Vedi un cambiamento nell’età dei vostri fan?
Ci sono tantissimi giovani, come sempre, ma c’è anche un bellissimo ricambio generazionale. Adesso vediamo i nonni che portano i nipoti ai concerti, padri che portano i loro figli e addirittura abbiamo dei fan che si sono conosciuti in un concerto e poi si sono sposati. Come sempre, a secondo dei posti dove suoni, puoi trovare un pubblico diverso, ma non è il numero che conta, invece è la qualità dei nostri fan. Per fortuna non siamo rimasti una band dove vengono solo quelli che ci ascoltavano 30 anni fa.

Con quali tre aggettivi descriveresti i Modena City Ramblers?
Sicuramente la passione perché siamo molto passionali, la coerenza perché siamo stati sempre coerenti, e la determinazione del gruppo.

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Photo by Zsofia Zombori

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