venerdì, 29 Marzo 2024

Settimana della Salute Mentale, Del Giudice: “Giovani molto esposti disturbi psichiatrici in aumento”

Il 10 ottobre ricorre la Giornata Mondiale della Salute Mentale con l'obiettivo di diffondere la cultura della cura e dell'inclusione nei confronti delle persone affette da malattie psichiatriche. Ne abbiamo parlato con Giovanna Del Giudice, psichiatra presidente del Forum Nazionale Salute Mentale e coordinatrice della campagna nazionale "E tu slegalo subito".

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“Le persone affette da disturbi mentali devono essere curate nella comunità, nei loro ambienti naturali di attività e la convivenza supportata in una casa o in una residenza deve essere assolutamente residuale e transitoria“. Così si è espressa Giovanna Del Giudice, psichiatra presidente della Conferenza Basaglia, nonché storica collaboratrice proprio di Franco Basaglia, intervistata oggi da noi in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale 2022.

Rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale“, questo il tema lanciato dalla World Federation For Mental Health per quest’anno, 10 ottobre 2022, in occasione dell’iniziativa riconosciuta nel 1992 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. La Giornata Mondiale della Salute Mentale si pone l’obiettivo di diffondere la cultura della cura nei confronti delle persone affette da malattie psichiatriche, cercando di spazzare via la stigmatizzante coltre di nebbia sociale che rende invisibile chi inciampa nelle fragilità mentali e ne diventa schiavo. Stando ai dati forniti quest’anno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 1 miliardo della popolazione soffre attualmente di disturbi di natura psichica, numeri in continuo aumento a causa del periodo post-pandemico che stiamo vivendo, della guerra in Ucraina e dei cambiamenti climatici in atto. La dottoressa Giovanna Del Giudice è inoltre presidente del Forum Nazionale Salute Mentale e coordinatrice di “E tu slegalo subito” campagna di portata nazionale per l’abolizione della contenzione, fenomeno di cui abbiamo ampiamente discusso con Domenico Tancredi, psichiatra del Centro Salute Mentale Gargano Sud.

Giovanna Del Giudice – foto profilo Facebook

“Come dice l’Oms, la salute mentale oggi deve diventare una priorità mondiale e globale. Attualmente i disturbi mentali risultano aumentati in particolare tra i giovani, coloro che hanno subito e risentito di più del periodo pandemico che abbiamo attraversato. Quando parliamo di salute mentale e di benessere non possiamo fare a meno di ricordare in Italia di dover tornare su quei percorsi di de-istituzionalizzazione della psichiatria tracciati da Basaglia negli anni ’70. Nel nostro Paese dobbiamo ripartire dai diritti delle persone, rimettere al centro la lotta e l’impegno contro tutte le istituzioni totali vecchie e nuove, retaggi di quelli che erano i manicomi prima dell’introduzione della legge 180 nel 1978 e della chiusura degli ospedali psichiatrici in Italia”.

“Purtroppo nella testa degli operatori sanitari e dei cittadini vi è ancora quell’idea di psichiatria – prosegue Del Giudice – basti pensare che vi sono ancora alcune residenze chiuse e cronicizzate con un numero importante di posti letto, dove viene tra l’altro investita una grande spesa pubblica. Una situazione che stride con quanto è stato evidenziato a livello medico e scientifico. Una scelta che dovremmo continuare a perseguire, come ci insegna la legge 180, è proprio quella della presa in carico in comunità, di servizi di prossimità radicati sul territorio che conoscano la persona, che agiscano non soltanto sulla malattia, ma sulla globalità dei bisogni di ciascuno e che si facciano carico anche di chi è intorno a questi individui. È anche una questione culturale, la società deve acquisire la capacità di diventare una società che cura per determinare veramente l’inclusione dei soggetti fragili. Questo è l’indirizzo da cui siamo partiti e al quale dobbiamo ritornare”.

“Nelle strutture della psichiatria si perpetrano ancora violazioni dei diritti umani – spiega la dottoressa – mi riferisco ai servizi chiusi, che siano Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura o Residenze Sanitarie Assistenziali. Qui proprio a partire dai muri e dalla distanza dalla comunità si consuma la contenzione meccanica, ovvero il legare le persone affidate in cura al servizio sanitario, il fenomeno più ingente, drammatico e diffuso. Tuttavia vi sono esperienze virtuose che ci dicono che si può fare altrimenti“.

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