Nella notta tra lunedì 3 e martedì 4 ottobre, le truppe ucraine hanno sfondato le posizioni russe sul fiume Dnipro a nordest di Kherson, città strategica controllata dai russi nell’Ucraina meridionale. L’avanzata da parte dell’esercito di Kiev è stata segnalata da Mosca e da funzionari insediati dalla Russia nella regione. Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato che “ci sono nuovi insediamenti liberati in diverse regioni“. A est, le forze ucraine si sono spinte nella regione di Luhansk, altra zona controllata dai russi. Lo scorso sabato, 1 ottobre, Kiev aveva riconquistato la città di Lyman a est, proprio vicino al confine di Luhansk. Proprio la perdita della città del Donetsk, snodo cruciale per i rifornimenti alle truppe russe nella regione, ha causato duri attacchi alla leadership dell’esercito di Mosca. E a muovere le accuse non è solo il capo ceceno Ramzan Kadyrov, stoppato dal Cremlino sull’uso delle armi tattiche nucleari.
Kiev avanza verso Kherson
Le forze ucraine proseguono l’avanzata per riconquistare il sud del Paese, nella regione di Kherson, ma anche nel Donbass e nel Lugansk. Il leader filorusso dell’oblast di Kherson, appena annessa alla Russia, Vladimir Saldo, avrebbe ammesso che l’esercito di Kiev ha sfondato vicino a Dudchany, una cittadina sul fiume Dnipro, a una trentina di chilometri a est della precedente linea del fronte. “Ci sono insediamenti occupati dalle forze ucraine“, ha rivelato Saldo, citato dalla Bbc. Secondo il leader dell’oblast, due battaglioni ucraini stanno tantando di raggiungere la centrale idroelettrica di Kakhovka. La centrale è situata nella cittadina portuale di Nova Kakhovka, a 70 chilometri a est della città capoluogo di Kherson.
Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha invece ammesso che alcuni carri armati ucraini sono “penetrati come un cuneo in profondità” a sud del villaggio di Zolota Balka, che segnava la linea del fronte sul Dnipro. Sempre secondo Konashenkov, nei combattimenti sono stati uccisi 130 soldati ucraini.
