Continua a salire il bilancio dei morti in terra ucraina, sono quattro i civili che hanno perso la vita a seguito dell’attacco missilistico russo sferrato nella scorsa notte su Dnipro, città nella regione di Dnipropetrovsk; il raid ha provocato anche 18 feriti. La notizia è stata riferita via Telegram dal vice capo dell’ufficio presidenziale di Kiev, Kyrylo Tymoshenko. Intanto il rappresentante dell’ufficio del presidente ucraino Andriy Yermak ha spiegato che si è svolto un nuovo scambio di soldati catturati con Mosca. “È avvenuto un altro scambio di prigionieri. Abbiamo ottenuto la restituzione di sei delle nostre persone: quattro marines e due civili. Gli ufficiali sono Oleksiy Bulakhov e Mykola Kostenko. I soldati sono Lyudmila Gerasimenko e Ivan Zemlianoi. I civili sono Viktoriya Andrusha e Maiboroda Ian”, si legge. Dopo l’annuncio della mobilitazione parziale voluta da Putin e il sì dei filorussi al referendum per l’annessione del Donbass alla Russia, proseguono le proteste nelle piazze della Federazione. La Polizia moscovita ha arrestato 27 donne a Kyzyl, capitale della repubblica russa di Tuva, in Siberia meridionale, perché manifestavano il loro dissenso all’arruolamento forzato. La notizia è stata diffusa dalla testata online Sybyr Realii.
Kiev: “Scoperta nuova camera di tortura a Kharkiv”
Le truppe ucraine hanno scoperto un’altra camera di tortura nella regione di Kharkiv; la denuncia è arrivata da parte della Polizia Nazionale che ha diramato l’informazione a tutte le agenzia di stampa locali. “È stato accertato che i russi hanno allestito una prigione e una camera di tortura per i residenti locali che non hanno sostenuto gli occupanti e si sono rifiutati di collaborare con loro. Secondo testimoni, in una cella di circa 12 metri quadrati, l’esercito russo ha ospitato da 20 a 40 persone. Nei locali sono stati trovati strumenti di tortura, ceppi, collari”. Stando alle ricostruzioni degli agenti, pare che gli occupanti qui abbiano picchiato selvaggiamente i prigionieri, torturandoli con la corrente elettrica, seviziati con chiodi e rotto loro le dita. Sui muri della camera sono state ritrovate le date della permanenza dei civili; uno dei catturati aveva inciso sulle pareti una preghiera.
Mosca: “Domani l’annessione del Donbass”
Il Cremlino ha annunciato che domani, 30 settembre, vi sarà la cerimonia ufficiale di annessione delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk e delle regioni occupate di Kherson e Zaporizhzhia ai territori della Federazione russa. I trattati verranno firmati alle 15 ora locale presso gli uffici del Cremlino e all’evento parteciperà anche il presidente Vladimir Putin. Lo ha reso noto il suo portavoce Dmitry Peskov, citato dall’agenzia di stampa Ria Novosti. Nel frattempo il leader ucraino Volodymyr Zelensky ha convocato proprio per domani una riunione urgente del Consiglio di sicurezza e difesa di Kiev; la notizia è stata diffusa dall’ufficio stampa presidenziale, riportato dall’agenzia di stampa Ukrainska Pravda.
Kiev: “Mosca ha già mobilitato oltre 100mila coscritti”
“In Russia, dopo l’annuncio della mobilitazione parziale, continua attivamente la coscrizione da parte dei responsabili del servizio militare. Attualmente sono già state convocate più di 100mila delle 300mila persone annunciate. Riteniamo che la cifra di 300mila non è quella definitiva. È molto probabile che il numero dei mobilitati sarà notevolmente superiore”. Così si è espresso il vice capo della direzione dello Stato maggiore ucraino, Alexei Gromov, riportato dall’Ukrainska Pravda.
Nord Stream: “Probabile blocco fughe di gas lunedì 3 ottobre”
Mentre gli alleati europei e la Nato richiedono inchieste sul terrorismo internazionale per capire a chi imputare lo sversamento di gas nel Mar Baltico del Nord Stream 1 e 2, la Svezia ha fatto sapere che le tre esplosioni delle linee dei gasdotti hanno provocato ben quattro falle nelle acque. Secondo la Germania e la Russia vi è il rischio che i condotti energetici non possano mai più essere utilizzati, mentre stando al parere di un portavoce di Nord Sream AG è probabile che il gas smetta di fuoriuscire dal gasdotto baltico lunedì 3 ottobre. “Fino a quando non si saranno valutati i danni non può essere fatta alcuna previsione, la valutazione sarà effettuata sul posto non appena riusciremo ad avvicinarci all’area, che al momento è soggetta a restrizioni”, ha aggiunto.