Questa mattina, giovedì 22 settembre, i Carabinieri, coordinati dalla Procura distrettuale antimafia di Venezia, hanno messo sotto investigazione per reati ambientali relativi al trattamento illecito di rifiuti nove persone. L’indagine, di portata internazionale, riguarda 12 ditte che gravitano nei territori di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Campania. Il lavoro avviato dalla Dda di Venezia tra il 2019 e il 2020 ha consentito – secondo fonti della Procura – di ricostruire e bloccare il traffico di rifiuti speciali, tra cui pallet, pelli, gomme, plastiche e inerti.
Come venivano gestiti i rifiuti
Rifiuti gestiti e smaltiti in modo del tutto illegale dopo essere stati stoccati in alcuni capannoni industriali, che si trovano adesso sotto sequestro. Lo stoccaggio avveniva a Borgo Veneto (Padova), Remanzacco (Udine), Monfalcone (Gorizia) e da lì i rifiuti venivano trasferiti in siti illegali in Ungheria, Slovenia e Croazia. Grazie alle indagini condotte, sono stati documentati oltre 70 episodi di traffico illecito. In particolare, sotto investigazione, risultano due ditte, di Brescia e di Treviso, individuate come capofiliera illegali. Ventisei sono invece le persone che sono state sentite perché coinvolte come trasportatori. Le indagini hanno permesso di ricostruire un traffico illecito di 1.700 tonnellate di rifiuti con profitti illeciti di 400.000 euro.