Nella giornata di domenica 18 settembre 2022, gli agenti della Questura di Monza hanno scarcerato un cittadino tunisino, senza permesso di soggiorno e gravato da numerosi precedenti penali. Il 22enne è stato accompagnato presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Roma, dove sarà trattenuto per il tempo necessario all’esecuzione del definitivo allontanamento dal territorio nazionale.
L’arrivo in Italia e i primi furti
Il ragazzo era giunto clandestinamente in Italia ancora minorenne, ha iniziato a delinquere a soli 16 anni, commettendo furti e inserendosi nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Successivamente è scappato da una comunità di accoglienza su disposizione del Tribunale per i Minorenni di Bologna, per poi essere sottoposto a custodia cautelare presso un carcere minorile. Collocato nuovamente in comunità, è di nuovo fuggito per proseguire nell’attività di spaccio, che lo portava a finire più volte in carcere.
Le varie condanne
Nel 2017, il 22enne è stato condannato a un anno e 4 mesi di reclusione e mille euro di multa, due mesi di arresto e 400 euro di ammenda per porto abusivo di strumenti atti a offendere. Nella permanenza in carcere si è poi reso responsabile del reato di minaccia, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, minacciando di creare disordini all’interno dell’istituto di detenzione. Fra il 2018 e il 2019, invece ha accumulato numerose condanne per spaccio di stupefacenti per un totale di 1 anno, 6 mesi e 5 giorni di reclusione e 2 mesi di arresto.
Nel 2019 è stato poi arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri di Cologno Monzese sorpreso, con l’aiuto di un connazionale, a danneggiare auto parcheggiate frantumandone i finestrini allo scopo di rubare effetti personali. Il giovane tunisino, in quell’occasione, è stato infatti trovato in possesso di numerosi capi di abbigliamento, di alcune paia di occhiali da sole e di un tablet. Condannato per direttissima alla custodia in carcere, durante l’accompagnamento presso la casa circondariale di Monza, si è infine reso responsabile del reato di gravi minacce di morte nei confronti di un militare componente della scorta.