Neptune Frost è di sicuro uno dei lungometraggi che si è distinto tra gli altri in gara, al MiX Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer 2022 che si è tenuto a Milano dal 16 al 19 Giugno.
Da subito apprezzato in kermesse come quelle di Toronto, Rotterdam e Sundance, presentato per la prima volta a Cannes nel 2021, Neptune Frost racconta in chiave fantascientifica la storia d’amore tra una fuggiasca intersessuale e un minatore di coltan. E’ un musical co-diretto dal rapper americano Saul Williams insieme alla moglie, l’attrice, drammaturga e regista ruandese Anisia Uzeyman.
Proprio dall’album MartyrLoserKing, di Williams, che fonde tematiche come l’immigrazione e i diritti umani, prende vita questa storia d’amore ambientata tra le colline selvagge del Burundi. Dall’incontro dei due amanti si viene a creare un collettivo di hacker anticolonialisti che si organizzano nella lotta contro il regime sfruttatore delle risorse naturali. Nell’opera vengono delineati più dualismi, c’è il tangibile ed il virtuale, il passato ed il presente, l’onirico ed il reale.
Neptune Frost si inserisce nel filone dell’afrofuturismo, termine coniato nel 1993 dal critico culturale Mark Dery per descrivere idee che risalivano ai decenni precedenti: “L’afrofuturismo è l’appropriazione della tecnologia e dell’immaginario science-fiction da parte degli afro-americani (…) questa appropriazione equivale a fare uso di strumenti informatici freddi e ostili per trasformarli in armi utili alla resistenza di massa”.
Un’opera coraggiosa che affronta tematiche spesso oggetto di tabù, specie in un continente come quello africano, e lo fa con il linguaggio universale, comprensibile a tutti che è quello della musica.
