venerdì, 19 Aprile 2024

Guerra in Ucraina, Zelensky: “Izyum come Bucha torture e distruzione”. Kadyrov: “Serve legge marziale in Russia”

L'esercito russo ha fatto sapere che la controffensiva delle truppe ucraine a Mykolaiv e Kryvyi Rih si è rivelata "un fallimento". Le forze di Putin sono tornate nella liberata Kreminna, nel Lugansk, dove hanno strappato le bandiere partigiane issate dai "difensori". Il portavoce del Cremlino Peskov ha dichiarato che "la proposta di Kiev sulla sicurezza è una minaccia per Mosca".

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“Non ci si può abituare a queste cose, ma dopo Bucha non siamo sorpresi dai passi compiuti dai terroristi russi. Di nuovo torture, di nuovo distruzione di scuole, asili, le stesse cose. Non ho visto niente di nuovo”. Si è espresso così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel corso della sua visita a sorpresa nella città di Izyum, liberata dai paracadutisti ucraini in questi giorni e dove sventola la bandiera gialloblu da oggi, 14 settembre. Intanto l’esercito russo ha fatto sapere che la controffensiva delle truppe di Kiev a Mykolaiv e Kryvyi Rih si sta rivelando “un autentico fallimento”. Lo ha affermato in conferenza stampa il portavoce del ministero della Difesa ucraino, Igor Konashenkov. “Otto carri armati ucraini, 13 veicoli da combattimento della fanteria, altri 11 veicoli corazzati e oltre 150 militari di Kiev sono stati eliminati nel settore Mykolaiv-Kryvyi Rih; tutto ciò a seguito dell’offensiva fallita tentata dalla 24esima e dalla 28esima brigata meccanizzata, dalla 46esima brigata aerea e dalla 60esima brigata di fanteria delle forze armate ucraine nei pressi di Myrne, Sukhyi Stavok, Bilohirka, Bruskynske, e Olhyne nella regione di Kherson e a Ternovi Pody nella regione di Mykolaiv”. Gli ultimi bombardamenti russi su questi territori risalgono a stamattina, 14 settembre, quando diversi attacchi hanno danneggiato alcuni edifici residenziali, uccidendo due persone e ferendone tre.

Kiev: “Russi tornano a Kreminna e strappano le bandiere ucraine”

Le forze russe sono tornate nella liberata Kreminna, città che pare avessero abbandonato ieri, 13 settembre. La notizia è stata data via Telegram dal governatore della regione di Lugansk, Serhii Haidai, che ha precisato come i soldati non solo siano rientrati nei territori, ma abbiano strappato tutte le bandiere partigiane issate dai “difensori”, per dimostrare “di avere una grande presenza in città”. Continua a salire purtroppo il bilancio dei bambini ucraini vittime dell’atroce conflitto: 384 morti e 749 feriti. Questo l’ultimo bollettino comunicato dal servizio stampa della Procura generale di Kiev in un post pubblicato su Telegram e riportato dall’agenzia di stampa Ukrinform. “Queste cifre non sono definitive, poiché sono in corso accertamenti nelle aree di ostilità attive, nei territori temporaneamente occupati e liberati. La maggior parte dei bambini è stata colpita nelle regioni di Donetsk, Kharkiv Kiev“.

Kiev: “Nulla è cambiato a Zaporizhzhia con missione Aiea”

Secondo il Governo ucraino dopo la missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica nella centrale nucleare di Zaporizhzhia nulla appare mutato. Lo ha affermato il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina Aleksiy Danilov, citato dal Kyiv Independent. “La situazione sarebbe migliorata solo se i russi avessero preso le loro armi e gli esplosivi e avessero lasciato la centrale“, ha spiegato. Tuttavia, la delegazione dell’Aiea ha lasciato nell’area dell’impianto due rappresentanti su base permanente per continuare a monitorare la situazione.

Mosca: “Nuova proposta di Kiev sulla sicurezza è una minaccia per la Russia”

“La nuova bozza del Trattato di Kiev sulla Sicurezza rappresenta una minaccia per Mosca”, queste le ultime dichiarazioni del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Si tratterebbe, secondo il rappresentante russo, di un progetto che avvicinerebbe l’Ucraina all’entrata nella Nato, dimostrando quanto sia “necessario proseguire l’operazione militare speciale nel Paese”.

Kadyrov: “Ridurre al minimo le vittime, serve legge marziale in Russia”

Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, pare stia assumendo una posizione più moderata rispetto al conflitto, spiegando che gli apparenti fallimenti tattici russi in Ucraina sono legati “all’esigenza di ridurre al minimo le vittime, senza sparare indiscriminatamente sui civili“. Questo l’insolitamente mite messaggio del brutale Kadyrov comparso su Telegram. “Rassicurerò i commentatori più violenti e più scettici: nel corso dell’operazione militare speciale, non ci ritiriamo da nessuna parte, sono tutte esagerazioni e provocazioni occidentali. Ci sono concetti come tattica e strategia. Le nostre truppe sono più snelle”. Il leader ha inoltre affermato che se dipendesse da lui, dichiarerebbe “la legge marziale in tutta la Russia“, utilizzando “qualsiasi arma, perché oggi siamo in guerra con la Nato“. “Nel nostro grande Stato – prosegue Kadyrov – ognuno può contribuire: inviando volontari o partendo volontario, aiutando a ristabilire una vita pacifica, o almeno sostenendo i nostri impavidi combattenti su Internet”.

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