venerdì, 29 Marzo 2024

“Rapita e violentata da molti uomini”, le atrocità nei campi in Libia raccontate da una sposa bambina

La Libia, il teatro degli orrori. Zainab, ora donna, ha raccontato la sua storia dopo essere stata salvata dalla Ong Ocean Viking. "A 16 anni mi hanno costretto a sposare un uomo di 40. Abusava di me, mi picchiava e mi bruciava con le sigarette".

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In Libia sono stata rapita con i miei figli e violentata da molti uomini. Ci hanno picchiati, ci sbattevano la testa contro il muro“. Inizia così l’incubo di Zainab, la giovane donna salvata da Ocean Viking, la nave dell’Ong Sos Mediterranée, assieme ad altri 460 migranti, come riporta La Stampa. Donne e uomini partono dai propri Paesi per raggiungere il “sogno europeo” o per fuggire dalle atrocità che, spesso, avvengono all’interno della propria casa. La Libia, però, diventa il territorio dell’orrore dove si consumano le torture peggiori e a questi esseri umani disperati vengono riservati trattamenti disumani.

Il racconto delle atrocità subite

Tra il dolore e lo sgomento, una donna ha deciso di raccontare la sua storia, o meglio, l’incubo vissuto in territorio libico. Zainab ha resistito al mare, alle intemperie, ha portato in salvo anche i suoi figli tra la fame, la sete e il sole cocente, per rifarsi una vita lontano dal suo Paese, ma il prezzo che ha pagato è stato estremamente alto. “Sono stata costretta a sposarmi con un uomo di 40 anni quando ne avevo 16“, questo l’ha spinta principalmente a fuggire dalla sua terra.

Ha poi continuato il suo racconto ai soccorritori, ha spiegato come quel matrimonio si sia trasformato in una storia dell’orrore. La sposa bambina: “Mi bruciava con le sigarette e abusava di me“. I segni delle torture sono ben evidenti sul suo corpo. La storia di Zainab non può essere cancellata, non ha una sbucciatura sul ginocchio che si rimargina, ha solchi che non andranno mai via, ha ferite nella memoria che sono indelebili.

Questa è una delle tante tristi storie che ha viaggiato fino alle coste di Lampedusa, prima di essere intercettata e tratta in salvo il 26 agosto dalla nave umanitaria dell’Ocean Viking, dopo aver affrontato un viaggio, a lieto fine, su una carretta malconcia. Altre due donne sono state salvate da una motovedetta della Guardia Costiera, per una di loro si prospettava una gravidanza a rischio, entrambe sono state condotte in elisoccorso al Poliambulatorio di Palermo. I campi di detenzione libici sono luoghi dove regnano sovrani la disperazione, il dolore, il sangue e le lacrime. Zainab può iniziare la sua nuova vita nel nostro Paese, ma non dimenticherà mai le violenze, gli abusi e le torture subiti. Come lei, anche tante altre donne e uomini potranno fuggire dalla propria Nazione senza, però, lasciarsi mai alle spalle il terribile passato.

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