Questa mattina, 11 agosto a Caserta, nel corso di un blitz effettuato dall’Ispettorato del Lavoro di Caserta e dai Carabinieri del Nil (Nucleo Ispettorato del Lavoro), sono stati scoperti nel Casertano, venti braccianti agricoli “in nero”, tutti stranieri, provenienti dalle zone del Nord Africa e dell’Est Europa. L’operazione ha portato alla sospensione delle attivitĂ per 4 aziende agricole.
Le indagini
L’attività e le indagini hanno interessato principalmente i territori dell’Agro-Aversano, dell’Agro-Sessano e della zona dei Mazzoni. Sono 17 le aziende agricole sottoposte a controllo, 14 delle quali sono risultate non in regola con le normative dei rapporti di lavoro e della legislazione sociale. Sulle restanti 3 attività sono ancora in corso accertamenti. Gli ispettori hanno verificato le situazioni di 64 lavoratori e hanno provveduto alla sospensione dell’attività nei confronti di 4 aziende, per la presenza di 20 braccianti completamente ”in nero”. Dei 51 lavoratori provenienti da Paesi extra-Ue, 11 sono risultati privi del permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Per il loro impiego, è scattata la denuncia nei confronti di 5 imprenditori.
Condizioni disumane
In un campo della zona dei Mazzoni, sono stati trovati 7 lavoratori tunisini, privi del permesso di soggiorno, a raccogliere angurie. Alcuni di questi, non solo lavoravano senza scarpe ma venivano pagati a cottimo, 7 euro a cassone, e impiegati per 9 ore al giorno senza riposo settimanale. Sono in corso accertamenti per verificare la sussistenza del reato di sfruttamento in capo ai datori di lavoro. Per tutti i braccianti sono in corso le verifiche per violazioni in materia di orario di lavoro e di sicurezza nei luoghi di lavoro, tra le quali l’omessa consegna dei dispositivi di protezione individuale.