“Il problema con Matteo Renzi è se si trova una quadra sui temi. Penso che si possa fare, perchĂ© ci sono delle differenze ma non tantissime, e sulla modalitĂ di condotta della campagna elettorale. Non vorrei una campagna elettorale che attacca ogni giorno il Pd e gli altri definendoli fascisti, perchĂ© non lo sono. Ci parleremo in questi giorni e cercheremo di offrire al’Italia qualcosa che sia serio e netto“. Queste le parole di Carlo Calenda dopo il tanto discusso strappo con il Partito Democratico avvenuto due giorni fa. Azione, secondo il sondaggio di Youtrend è dato al di sotto della soglia di sbarramento e per sopravvivere in Parlamento avrĂ necessariamente bisogno di un’alleanza, dato che +Europa è rimasta legata all’accordo con i dem.
Il leader di Azione parla anche di Giorgia Meloni e la avverte: “Per il ruolo di premier ha un grande problema: intanto una mancanza di esperienza molto significativa che la porterebbe ad essere impreparate per questa carica. La seconda: non penso sia fascista, ma non ha detto mai una parola definitiva su questo. Attenta Giorgia, perchĂ© i Primi ministri francese e tedesco, se tu non sei chiara su questo punto, non ti stringono neanche la mano. Rischiamo di andare a finire nella serie C dell’Europa dalla serie A e questo sarebbe gravissimo”.
Pd, la direzione slitta a fine settimana
La Direzione del Pd in programma tra mercoledì 10 e giovedì 11 agosto slitterĂ di qualche giorno. Secondo le fonti dem, si terrĂ probabilmente nel fine settimana, sabato o domenica e sarĂ chiamata a esprimersi sul programma e sulle liste per le elezioni del 25 settembre. La composizione delle liste, dopo lo strappo di Carlo Calenda, sta richiedendo ulteriore lavoro da parte di Enrico Letta e del gruppo dirigente Pd. Non è escluso che l’ex Presidente del Consiglio voglia tra le altre cose fare il punto con i fondatori della lista Democratici e progressisti (Articolo 1, Demos e Psi) prima della Direzione.
M5s, Di Battista non sarĂ candidato
“Non ritengo ci siano le condizioni per una mia candidatura alle prossime elezioni politiche“. Così Alessandro Di Battista, in un video postato sui suoi canali social. “Ho parlato con Conte e ho compreso che ci sono molte componenti nell’attuale M5S che non mi vogliono. Da Beppe Grillo passando per Roberto Fico: non mi vogliono, per una serie di ragioni. Forse temono che io sia poco imbrigliabile, perchĂ© forse temono giustamente che io possa ricordare degli errori politici che sono stati commessi negli ultimi due anni da vari esponenti: Grillo, Di Maio che poi se n’è andato, Fico. Coloro che in un certo senso sono stati i principali promotori dell’entrata del Movimento nel governo Draghi“, ha spiegato l’ex deputato.
“Politicamente oggi non mi fido di Beppe Grillo, che ancora in parte fa da padre padrone. E io sotto Grillo non ci sto. Per rientrare nel Movimento e ricandidarmi è giusto che io pretenda determinate cose: e non sono poltrone, ma garanzie politiche. In questo momento, con Grillo che ancora non ha fatto un passo di lato – che dovrebbe fare – queste garanzie non ci sono“, ha sottolineato l’ex grillino.