venerdì, 19 Aprile 2024

Palermo, dice “no” a visita dei parenti fuori orario: pestato medico del Policlinico

Un medico del Policlinico di Palermo è stato preso a calci e pugni dai parenti di una paziente ricoverata nel suo reparto, per aver rifiutato di prolungare l'orario di visita. L'aggressione gli ha provocato una lussazione alla spalla e una frattura dell'omero.

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Un medico è stato aggredito a calci e pugni da due uomini al Policlinico di Palermo. Si tratta di Salvatore Petta, gastroenterologo presso la struttura, che ha riportato diverse fratture e una prognosi di 40 giorni. I due sono stati identificati e sono in corso indagini per accertare le responsabilità.

Stando a una prima ricostruzione dei fatti, terminato l’orario di visita consentito ai parenti, il medico ha invitato la figlia di una paziente a uscire. Di fronte all’insistenza della donna per rimanere con la madre, il dottore ha manifestato la disponibilità a valutare insieme una soluzione, ma non c’è stato il tempo. Nell’arco di pochi minuti, la figlia ha fatto entrare in reparto il padre e il fratello che hanno fatto irruzione colpendo il professionista con calci e pugni, scaraventandogli addosso anche una scrivania e procurandogli una lussazione alla spalla e una frattura dell’omero.

Si tratta dell’ennesimo caso di violenza avvenuto nel capoluogo siciliano nei confronti del personale sanitario sul luogo di lavoro. Nell’ultima settimana, sempre a Palermo, una pediatra è stata aggredita all’ospedale Villa Sofia da un uomo di 36 anni e una donna di 55 anni, e un palermitano di 45 anni è stato denunciato per avere danneggiato il triage al pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo.

Un’escalation di episodi che lascia pensare e che preoccupa molto gli addetti ai lavori: “Un episodio grave e ingiustificabile – ha sottolineato il commissario straordinario del Policlinico di Palermo, Alessandro Caltagirone -. Esprimo la mia personale vicinanza e solidarietà al professionista aggredito. Di certo in questa occasione la dinamica dei fatti ha favorito l’ingresso degli altri parenti e la conseguente aggressione. La struttura è presidiata dai servizi di vigilanza, ma non è possibile in modo assoluto controllare tutti coloro che transitano nei viali interni, tanto più chi, come in questo caso, ha il passaggio favorito da un parente all’interno. Condanniamo con fermezza ogni atto di violenza e valuteremo, atto che spetta all’Azienda, di costituirci parte civile nel procedimento penale che verrà determinato”.

 

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