Rigettato il ricorso degli avvocati difensori di Laura Taroni, infermiera “killer” del presidio ospedaliero di Saronno. Era stata condannata a 30 anni di reclusione per l’omicidio del marito, Massimo Guerra, e quello della madre, Maria Rita Clerici. I giudici della Quinta sezione penale della Cassazione di Milano hanno confermato la condanna.
Secondo il sostituto procuratore generale Luigi Giordano, che aveva chiesto alla Corte di respingere il ricorso, entrambi gli omicidi sarebbero stati commessi utilizzando un cocktail di farmaci ritenuti letali. Il movente era l’odio per il marito che, oramai, era diventato d’intralcio alla relazione clandestina tra l’imputata e Leonardo Cazzaniga, all’epoca aiuto primario del pronto soccorso ospedaliero di Saronno. Il medico anestesista è stato accusato di aver somministrato farmaci letali, secondo il cosiddetto “protocollo Cazzaniga”, a 13 persone nell’arco temporale che va dal 2011 al 2014. In appello era stato assolto da 3 omicidi dalla Corte d’Assise d’Appello perché “il fatto non sussiste”. Cazzaniga comparirà il 30 settembre davanti alla Suprema Corte. Prima di essere assolto, gli era stata confermata la condanna all’ergastolo e 3 anni di isolamento diurno per il coinvolgimento nell’omicidio di 10 persone in corsia, di cui 8 sempre secondo lo stesso modus operandi, e per i 2 nell’ambito familiare di Laura Taroni.