Dop l’omicidio di Giuseppe Incontrera alla Zisa, quartiere residenziale di Palermo, l’antimafia ha fatto scattare il blitz. Alla base dell’operazione il timore fondato della magistratura di nuovi delitti e la fuga di alcuni mafiosi implicati nell’omicidio. Così, su delega della Dda di Palermo, i Carabinieri hanno fermato 18 persone con le accuse di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsioni e rapine aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose.
Operazione “Vento”
L’operazione, denominata “Vento”, ha permesso di fermare i capi di sei piazze di spaccio nei centralissimi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa, capeggiate da elementi ritenuti organici a Cosa nostra. Ma le indagini hanno scavato a fondo tra le attività illecite con le quali le famiglie di Porta Nuova e Palermo centro mandavano avanti i loro affari. Infatti dalle indagini sono emerse estorsioni e rapine.
Una possibile guerra tra clan
Tra i 18 fermati nell’operazione contro il clan mafioso di Porta Nuova ci sono anche Salvatore Incontrera, figlio di Giuseppe, e il consuocero della vittima dell’omicidio di giovedì scorso, Giuseppe Di Giovanni. La figlia di Incontrera ha sposato, infatti, il figlio di Giuseppe Di Giovani, fratello dei capimafia detenuti Gregorio e Tommaso. In carcere è finito anche il boss Tommaso Lo Presti, scarcerato nel 2020. Insomma, il delitto di Giuseppe Incontrera sembra aver avuto un certo peso all’interno di Cosa nostra. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti c’è anche una possibile guerra fra clan.