Due donne, di 62 e 63 anni, sono state raggiunte da un provvedimento di misura cautelare, eseguito dalla Guardia di Finanza di Palermo. L’accusa è di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e false comunicazioni sociali. In particolare, le indagate sono state interdette per un anno e non potranno svolgere l’attivitĂ professionale. Inoltre, i finanzieri hanno provveduto al sequestro preventivo del complesso aziendale rappresentato da un Istituto scolastico paritario. A finire sotto i riflettori sono state il legale rappresentante della “SocietĂ nazionale scuole riunite srl”, fallita nel 2020 e attualmente amministratore di un’altra societĂ , e la rappresentante di quest’ultima societĂ .
L’inchiesta
Secondo quanto ricostruito dai finanzieri del nucleo di Polizia Economico Finanziaria, le due indagate avrebbero ideato il trasferimento in modo illegale dell’attivitĂ d’impresa in favore di una nuova societĂ costituita attraverso uno strumentale contratto di cessione di ramo d’azienda. Il passaggio è avvenuto per un importo nettamente inferiore rispetto al reale valore di mercato, in modo da consentire la prosecuzione dell’attivitĂ scolastica. Nel frattempo, la precedente societĂ , poi fallita, è stata abbandonata in grave dissesto economico, con debiti per oltre 1,7 milioni di euro. Dalle indagini delle Fiamme Gialle è emerso che nei bilanci societari non ci sarebbe traccia dei debiti maturati dall’impresa, al fine di celarne lo stato di default. L’istituto scolastico sequestrato è stato affidato a un amministratore giudiziario, nominato dal tribunale di Palermo. In questo modo, sarĂ garantita la continuitĂ delle attivitĂ scolastiche e mantenuti i livelli occupazionali, così da preservare lavoratori eip studenti.