giovedì, 25 Aprile 2024

Tour de France, al via oggi da Copenaghen: lo sloveno Pogačar il grande favorito de Le Grand Boucle

Tutto quello che c'è da sapere sul giro ciclistico più nobile e antico: il percorso, i pretendenti alla maglia gialla e le trame che potrebbero svilupparsi per la 109a edizione de "Le Grande Boucle".

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Quando lo scorso ottobre fu rivelato il percorso per il Tour de France 2022, Tadej Pogačar, vincitore delle ultime due edizioni, non vedeva l’ora di poter pedalare su un percorso così collaudato ed equilibrato. “È davvero fantastico“, esclamò lo sloveno. “Dalla prima all’ultima tappa, abbiamo tutto: sprint, scaglioni, ciottoli, grandi salite, piccole salite e prove a cronometro“.

Il favorito è solo uno: Tadej Pogačar

Le sensazioni de Le Grand Boucle continuano a dare Pogačar come il favorito per la 109esima edizione del Tour de France. I rivali sperano invece di trovare un punto debole e un modo per sconfiggerlo durante le tre settimane tra Copenaghen e Parigi. Ma la versatilità dello sloveno e la sua capacità sanguigna di aggredire le tappe sembrano poter vestire alla perfezione il percorso disegnato dal board francese per quest’anno. La prima settimana di gare è stata descritta come una serie di Classiche e le vittorie di Pogačar sulle Strade Bianche, alla Liegi-Bastogne-Liegi e nel Lombardia, insieme alla sua corsa aggressiva e al quarto posto al Giro delle Fiandre di quest’anno, fanno pensare che potrebbe guadagnare tempo su molti dei suoi rivali anche prima della prima tappa di montagna.

Le Alpi, i Pirenei e le cronometro prima di Parigi

Il Tour 2022 tornerà anche a La Planche des Belles Filles, dove il ciclista sloveno ha crudelmente strappato la vittoria a Primož Roglič nel 2020, per poi dirigersi verso le Alpi con difficili traguardi in montagna sul Col du Granon e L’Alpe d’Huez. Ci sono poi ulteriori arrivi in ​​montagna a Peyragudes e Hautacam nei Pirenei. Il percorso, tuttavia, prevede anche prove a cronometro, con una breve di 13,2 km a Copenaghen e un test piuttosto cruciale di 40,7 km a Rocamadour prima che la carovana punti la bussola verso Parigi il 24 luglio. Solo Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Miguel Indurain e Chris Froome sono riusciti nell’impresa di vincere tre Tour consecutivi. Grande chance da non perdere per Pogačar, ma la storia ci ha insegnato che tutto può succedere durante le tre settimane del Tour de France.

Roglič e Yates pronti a rovinare la festa

Spetterà a Roglič e al suo amico e co-leader della Jumbo-Visma Jonas Vingegaard, insieme al trio di Ineos Grenadiers formato da Adam Yates, Dani Martínez e Geraint Thomas, trovare un modo per sconfiggere Pogačar. Anche se una miriade di altri contendenti spera in un miracolo.

Il team a supporto di Pogačar

Il direttore tecnico del Tour de France, Thierry Gouvenou, ha disegnato il percorso con cura ma, alla fine, sono i corridori a fare la gara. Siamo in piena era Pogačar, quindi la domanda sorge spontanea: qualcuno può batterlo su un percorso che sembra perfetto per lui? Compito arduo certo, ma ci sono molti veri contendenti anche se all’appello manca Egan Bernal. Il Giro del Delfinato e il Tour de Suisse tradizionalmente svelano in anticipo chi è in forma per il Tour de France, ma gli allenamenti moderni stanno cambiando l’approccio dei corridori durante questo periodo dell’anno.

Pogačar, ad esempio, ha deciso di proseguire con un allenamento più lungo a Livigno per poi dominare i cinque giorni del Giro della Slovenia prima di una settimana di recupero sulle montagne di casa sua. “Vedremo se quest’anno basterà essere bravi come nel 2021. Mi sento più forte, sono più snello, ho più potenza e mi sento psicologicamente più sicuro“, ha detto a La Gazzetta dello Sport. Lo sloveno, a supporto, avrà anche una squadra ben collaudata dopo una serie di acquisti da parte dell’UAE Team Emirates. Nonostante i recenti casi di covid-19, il nucleo del team dovrebbe essere composto da Brandon McNulty, Rafa Majka, Marc Soler e George Bennett, oltre ai velocisti per le tappe pianeggianti.

Gli equilibri nella Jumbo-Visma

Il team Jumbo-Visma è allo stesso livello dell’UAE Team Emirates e ha il lusso, potenziale, di avere Roglič e Vingegaard come team leader congiunti. Ciò potrebbe innescare una rivalità interna, ma significherebbe avere anche più opzioni nel caso in cui uno di loro dovesse perdere tanto tempo dalla testa nella prima settimana. Roglič è tornato in forma dopo un infortunio al ginocchio in primavera, mentre Vingegaard è ambizioso quanto il suo compagno di squadra. Entrambi sono ottimi cronometristi e saranno una minaccia per Pogačar fino alla fine del Tour. La Jumbo-Visma punterà a vincere più tappe possibili per aggiudicarsi la maglia verde con Wout van Aert. Il belga conquisterà sicuramente diverse tappe e potrebbe anche indossare la maglia gialla all’inizio, togliendosi una soddisfazione personale, forse complicando l’ambizione della vittoria del giro. L’equilibrio interno alla squadra sarà una delle chiavi di volta da qui in avanti.

Primoz Roglic (fonte: twitter)

La Ineos nelle mani di Thomas, la carta Ganna per la cronometro

La Ineos Grenadiers ha invece abbassato le proprie aspettative dopo il terribile incidente in allenamento di Bernal in Colombia all’inizio di quest’anno. Il rooster vanta comunque nomi eccellenti come Dani Martínez, Adam Yates, Tom Pidcock e Geraint Thomas. Il colombiano, però, ha corso in Svizzera la scorsa settimana, mentre Yates e Pidcock sono stati colpiti dal covid-19. Thomas sembra pronto per un ruolo da protagonista nella sua terra. Infatti, dopo aver lottato con l’infortunio e il covid durante l’inverno, si è aggiudicato il Tour de Suisse. Potrebbe essere il suo anno, ma in caso contrario, una vittoria di Filippo Ganna nella cronometro di apertura e qualche giorno in maglia gialla potrebbero essere comunque un buon bottino per la Ineos.

pic by instagram (@gannafilippo)

Mine vaganti

Il covid ha lasciato tanti dubbi su Aleksandr Vlasov, con Sergio Higuita pronto a diventare il leader della Bora-Hansgrohe dopo essere arrivato secondo alla Suisse. Anche Julian Alaphilippe (QuickStep-AlphaVinyl) sta lottando per tornare al meglio dopo la brutta caduta a Liegi-Bastogne-Liegi. Al di là della battaglia tra Pogačar, Roglič e Vingegaard, con Ineos Grenadiers ad inseguire, c’è un’incognita per quanto riguarda chi potrebbe completare il podio. Ben O’Connor (AG2R-Citröen), quarto lo scorso anno, ha impressionato al Delfinato, mentre il connazionale Jack Haig guiderà la Bahrain Victorious insieme a Damiano Caruso in assenza di Mikel Landa.

Ci sarebbe anche Enric Mas (Movistar), una presenza costante negli ultimi Tour, che potrebbe attentare al podio se riesce a non subire incidenti. Un francese non conquista il podio del Tour da 40 anni e sembra improbabile anche quest’anno, con Pinot e Bardet che puntano alle vittorie di tappa. David Gaudu guida le speranze della Groupama-FDJ ma perderà sicuramente tempo nelle prove a cronometro.

Julian Alaphilippe (fonte: twitter)

Uomini in fuga e velocisti puri

Le insidie al Tour sono dietro l’angolo. Certo, la maglia gialla si vince misurando la classifica generale, ma ci sono quattro o cinque tappe pronte a far vivere sprint emozionanti e forse altrettante tappe adatte alle fughe. Tra i corridori pronti alla fuga c’è sicuramente Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix), ma anche Quinn Simmons (Trek-Segafredo) dopo gli exploit al Tour de Suisse. Ci sono poi i nomi noti per questo tipo di approccio aggressivo alle gare: Alexis Vuillermoz (TotalEnergies), Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Matej Mohorič (Bahrain Victorious), più Bauke Mollema e Giulio Ciccone (Trek-Segafredo).

Per quanto riguarda gli sprinter: Van Aert dovrà stare attento a velocisti puri come Jakobsen, Ewan, Philipsen e ai sempre pericolosi Bennett e Sagan, per vincere la maglia verde grazie al grande bottino di punti assegnato ai vincitori di tappa. Tutto pronto oggi per l’avvio del giro più nobile e antico. Si parte tutti insieme dalla capitale danese, ma a Parigi solo uno attraverserà l’Arc de Triomphe per essere proclamato l’Étoile in maglia gialla.

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