giovedì, 18 Aprile 2024

Draghi Conte e l’ombra della crisi, Salamida: “In Italia impossibile fare previsioni sul Governo” – VIDEO

La spaccatura nei 5Stelle con l'abbandono di Luigi Di Maio e le ipotesi di appoggio esterno hanno gettato nubi nerissime sul futuro dell'esecutivo. Ne abbiamo col giornalista e commentatore politico Fabio Salamida: "Il primo partito italiano del 2018 sarà l'ultimo alle prossime elezioni. Il centro ha più leader politici che voti".

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“Questo sarà l’unico governo a mia guida della legislatura”. Mario Draghi, durante la conferenza stampa di ieri, è stato categorico. O così o niente, o victoria o muerte. Il volto del premier appariva decisamente teso, un atteggiamento insolito per chi è abituato a seguirlo, fatto sta che le fibrillazioni delle scorse settimane, con l’improvvisa accelerazione degli ultimi giorni, hanno gettato un’ombra scurissima sul futuro dell’esecutivo. Ironia della sorte, a muovere i fili di una inopportuna quanto ormai prevista crisi di governo è il suo predecessore, Giuseppe Conte, l’uomo chiamato a fronteggiare la caduta dell’esecutivo più strampalata, agostana e alcolica che la storia della Repubblica italiana ricordi. E siamo ancora solo a luglio. Impossibile non parlarne con l’amico e collega Fabio Salamida, autore del romanzo “L’ultimo tram storie di un’Italia al capolinea”, Salani editore, uscito solo un mese fa e che già sta preoccupando l’attuale classe politica.

Pubblicheremo l’intervista a Fabio sul libro a strettissimo giro, ma la previsione sul destino del Draghi 1 (sic!) non poteva aspettare. Di questo passo rischia di essere già superata nel volgere di un tweet. “Previsioni sul Governo non si possono fare – ci ha detto tra le altre cose – si possono invece fare sulla legislatura, che arriverà a scadenza, anche perché col taglio dei parlamentari tutti cercheranno di rimanere fino all’ultimo giorno, anche qualcosa in più. Il primo partito italiano del 2018 sarà l’ultimo alle prossime politiche. Chi ne esce malissimo dalle ultime elezioni è Matteo Salvini, che continua la sua discesa, e i centristi. Ormai il centro ha più leader politici che voti”.

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