martedì, 16 Aprile 2024

Tutto pronto per il summit Nato a Madrid, Stoltenberg: “Questo vertice sarà una svolta storica”

A Madrid questa sera inizieranno i lavori del summit Nato. Al centro del dibattito la guerra in Ucraina e l'entrata di Svezia e Finlandia nell'Alleanza. Potrebbe rivelarsi uno dei vertici più importanti del passato recente.

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“Oggi l’area euro-atlantica è in pace e la minaccia di un attacco convenzionale contro il territorio della Nato è bassa”. Con queste parole, la Nato nel 2010 definiva il suo piano strategico per gli anni a venire. Ma quella volontà di “vedere una vera partnership strategica tra Nato e Russia” si è infranta il 24 febbraio scorso quando la Russia ha colpito con numerosi raid le principali città dell’Ucraina. A breve, i vertici dell’Alleanza atlantica si riuniranno a Madrid per un importantissimo summit. Un incontro che avrà come tema centrale la guerra ma anche l’ingresso di Helsinki e Stoccolma, ostacolato dalla Turchia, nell’organizzazione.

Una svolta storica

Questo vertice sarà una svolta storica“, ha affermato Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, in un’intervista a The Economist. Nella capitale spagnola si attendono quindi importanti manovre volte ad aggiornare il piano strategico dell’Alleanza. Sarà aggiornata ufficialmente la posizione militare dell’organizzazione, dopo 8 anni. Infatti, nel 2014, dopo la prima invasione russa dell’Ucraina e la conseguente annessione della Crimea, la Nato dispiegò gruppi di battaglia multinazionali in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, paesi in cui la minaccia era considerata più grave.

Altri quattro gruppi tattici, invece, sono in fase di costituzione in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia. Una decisione che riflette la crescente minaccia più a sud, intorno ai confini dell’Ucraina e vicino al Mar Nero. Ma i membri della Nato sono concordi sul fatto che questi gruppi dovranno essere qualcosa di più di una semplice trappola per gli invasori. “Non hai 60 giorni per portare i tuoi carri armati in Estonia” ha esclamato Ben Wallace, segretario alla Difesa britannico, al Financial Times all’inizio di questo mese. “Perché a quel punto non ci sarà l’Estonia, visto quello che i russi hanno fatto in Ucraina“, ha chiosato il ministro.

La nuova strategia

Ciò che sta prendendo forma è una strategia di difesa avanzata, nota come deterrenza per negazione. Un piano difensivo che prevede di schierare una potenza di fuoco importante a est per impedire che i carri armati russi sfondino da quel lato. A tal fine, Estonia, Lettonia e Lituania vorrebbero che i battaglioni nei loro paesi, la maggior parte dei quali contano poco più di 1000 soldati, diventino più numerose e abbiano a disposizione una potenza di fuoco maggiore. Le Repubbliche baltiche hanno anche insistito affinché più munizioni e armi pesanti fossero messe a disposizione di queste brigate e che la Nato stabilisca un quartier generale di divisione in ogni paese. La Gran Bretagna, che guida il gruppo di battaglia in Estonia, e la Germania, responsabile di quello in Lituania, sono favorevoli all’idea, sebbene, con ogni probabilità, nessuno dei due paesi collocherà truppe all’estero per un’intera brigata.

La sfida più grande

Forse la sfida più grande di tutte sarà elaborare e definire il ruolo dell’Alleanza in Ucraina, la cui capitale Kiev è stata colpita ancora una volta dai missili russi nelle prime ore del 26 giugno. I membri della Nato, individualmente, hanno fornito all’Ucraina il più grande trasferimento di armi verso un singolo paese dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. L’impegno dell’Alleanza per la difesa reciproca li ha protetti dalle ritorsioni russe. Ma la NATO, come organizzazione, ha fornito fino ad ora solo aiuti non letali, come caschi e coperte. Stoltenberg ha affermato che l’Alleanza svelerà un pacchetto di assistenza completo a Madrid per aiutare l’Ucraina “nella transizione fondamentale dalle apparecchiature dell’era sovietica alle apparecchiature della Nato“.

Un pacchetto che aiuterà l’Ucraina a muoversi ulteriormente verso una struttura di comando decentralizzata, dice, piuttosto che il modello sovietico dall’alto verso il basso che ha ereditato e che ha ostacolato l’esercito russo negli ultimi mesi. Il fatto che la Nato possa seguire questa strada è di per sé un duro colpo per Putin, che ha lanciato questa guerra in parte per fermare e invertire l’integrazione politica e militare dell’Ucraina con l’Occidente.

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