martedì, 23 Aprile 2024

Amministrative, domenica i ballottaggi: la situazione nelle principali città. I 5s spariti dai radar

Per 13 capoluoghi, domenica 26 giugno bisognerà tornare alle urne e votare nel decisivo round dei ballottaggi. Le partite più importanti si giocano a Verona, Parma e Catanzaro.

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L’ultima settimana di campagna elettorale in vista dei ballottaggi del 26 giugno si avvia verso la sua temporale conclusione. Infatti, nel weekend si terrà la sfida decisiva per la carica a sindaco in ben 13 capoluoghi. Una partita che in alcune città si gioca su equilibri labili e con un scarto risicato di voti. Sarà quindi decisivo il voto degli elettori di liste che non hanno formalizzato il sostengo ad un candidato.

Le sfide più importanti: Verona, Parma e Catanzaro

Le città che più interessano anche a livello nazionale sono Verona, Parma e Catanzaro. Nella città che fu di Romeo e Giulietta, il duello è tra Damiano Tommasi (centrosinistra) e Federico Sboarina (centrodestra) con l’ex calciatore in testa dopo il primo turno. A Parma, l’ultimo round se lo giocano Michele Guerra (centrosinistra), in vantaggio, e  Pietro Vignali (centrodestra). Mentre a Catanzaro il sindaco uscirà tra Valerio Donato (Fi-Lega) che ha ottenuto il 44% dei voti e Nicola Fiorita (Pd-M5s), con il 32%.

Lucca, appoggio di Casapound al candidato di centrodestra

Il centrodestra è interessato anche ai ballottaggi di Lucca, dove il sostegno di Casapound e negazionisti al candidato del centrodestra Marco Pardini, chiamato a recuperare lo svantaggio di 9 punti sul candidato dem, Francesco Raspini, ha provocato reazioni su scala nazionale. Ad esempio Elio Vito, esponente di Forza Italia, ha deciso di lasciare il partito rassegnando le dimissioni anche da parlamentare in polemica per l’ok degli azzurri al movimento di estrema destra. “Una cosa molto grave. L’antifascismo è un valore costitutivo la Repubblica rispetto al quale non vi può essere alcuna deroga” ha tuonato Vito.

I ballottaggi in Piemonte

Sfida tesa ad Alessandria tra il sindaco uscente Gianfranco Cuttica, centrodestra, e il candidato di centrosinistra Giorgio Abonante, che al primo turno hanno portato a casa rispettivamente il 40,24% e il 42,04% dei voti. A decidere le sorti del capoluogo piemontese sarà probabilmente Giovanni Barosini (Azione con Calenda e 3 Civiche) arrivato terzo allo spoglio con il 14,64% delle preferenze. In Piemonte si vota anche a Cuneo dove Patrizia Manassero del centrosinistra (46,99%) è in netto vantaggio su Franco Civallero, centrodestra, che ha ottenuto il 19,84%.

La situazione a Viterbo e Frosinone

A Viterbo, Chiara Frontini (33,08%), si contende la poltrona di sindaca con Alessandra Troncarelli del centrosinistra (27,90%). Infine, a Frosinone Mauro Vicano, già candidato di Azione con cui ha ottenuto il 4,56%, appoggerà al ballottaggio Riccardo Mastrangeli, candidato del centrodestra che al primo turno ha ottenuto il 49,26% mentre il candidato del centrosinistra, Domenico Marzi ha raggiunto il 39,13%. Una scelta criticata dal responsabile Regioni e Enti locali della Segreteria nazionale del Pd, Francesco Boccia. Gli altri capoluoghi che torneranno al voto sono: Como, Monza, Gorizia e Barletta.

Spariti i 5s

Il quadro è completo. La situazione è abbastanza chiara. Emerge l’assenza totale, o quasi del M5s. Periodo difficile per i pentastellati, abbandonati adesso anche dal ministro degli Esteri. Va detto comunque che dalla sua fondazione, il Movimento sui territori tendenzialmente si è sempre presentato da solo, senza formare coalizioni né con partiti né con civiche. Una linea che nel periodo di massimo splendore ha pagato, ma che adesso rischia di far estinguere la presa dei grillini, adesso contiani, sul territorio. Ma è proprio la capillarità e la presenza nelle province uno dei fattori per la sopravvivenza di un’entità politica, anche nei momenti di difficoltà.

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