giovedì, 28 Marzo 2024

Travolto in bici da una volante, chi era il designer deceduto ieri a Torino

La vittima, artista e designer, era di origini pugliesi e gestiva il laboratorio "Quattroccì" a Torino e le sue installazioni sono esposte nel cortile della Cavallerizza.

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Francesco Angelo Convertini era di origini pugliesi, viveva stabilmente a Torino, ma era nato a Putignano, residente a Locorotondo. Aveva frequentato la facoltà di ingegneria presso il Politecnico di Bari e poi di Torino, fino a diventare un apprezzato artista e designer, i cui progetti sono stati esposti a Paratissima e ad «ARTiglieria», nel cortile della Cavallerizza. Proprio nel capoluogo piemontese gestiva il laboratorio “Quattroccì” con il mantra “costruisco la tua idea, qualunque essa sia“.

L’incidente

Ieri sera, 22 giugno, Francesco stava attraversando in bicicletta corso Regina Margherita sul passaggio ciclopedonale. Intorno alle 20:30, è stato investito da una volante della polizia che si dirigeva verso Porta Palazzo. Nonostante il massaggio cardiaco praticato tempestivamente dagli agenti a bordo della Seat Leon, purtroppo per il ciclista 33enne non c’è stato nulla da fare. L’impatto contro l’asfalto è stato troppo violento e l’uomo è morto quasi sul colpo. Nella pattuglia era presente anche un uomo fermato per un controllo e fonti non confermate ipotizzano che la volante stesse rientrando con i lampeggianti accesi ma con la sirena spenta. La Polizia Municipale è al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente che ha interrotto il “progetto di vita” dell’artista Francesco Angelo Convertini.

Le proteste di Bike Pride

Dopo l’accaduto, sono aumentate le polemiche da parte di Fiab Torino Bike Pride, che pretende un limite di velocità in città a 30 km/h. L’associazione ribadisce che il ragazzo deceduto nella sera del 22 giugno a Torino, al momento dell’incidente, si trovava su un attraversamento ciclopedonale che prevede la precedenza di chi lo percorre in bicicletta. La consigliera nazionale Fiab, Elisa Gallo, non intende più accettare una società in cui dilaga la “prepotenza” di chi guida veicoli più potenti e pesanti, in grado di nuocere gravemente a chi si sposta tranquillamente in città con la bicicletta, come successo con il povero Francesco Angelo Convertini. La Fiab Torino Bike Pride ribadisce che non ammetterà attenuanti o giustificazioni per l’accaduto.

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