mercoledì, 24 Aprile 2024

Siccità, restrizioni e rubinetti chiusi: da Nord a Sud le regioni fanno da sole

Si iniziano a chiudere i rubinetti lungo tutta la penisola per far al problema siccità. In attesa delle disposizioni nazionali, molti Comuni e Regioni hanno iniziato a prendere provvedimenti.

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Lungo tutta la penisola si iniziano a chiudere i rubinetti per far fronte a quello che è ormai un allarme siccità. Secondo i primi risultati del progetto Careheat, finanziato dall’Asi e che vede la collaborazione dall’Enea e dal Cnr, dal 10 maggio la temperatura del Mediterraneo è di ben 4 gradi superiore alla media del periodo fra il 1985 e il 2005. Mentre continuano a susseguirsi gli incontri volti ad individuare una linea nazionale per fronteggiare l’emergenza, molti Comuni e Regioni hanno iniziato a fare da sé.

Come sta il fiume Po

Ad aprire la strada delle disposizioni locali è stata l’Emilia-Romagna, dove l’Autorità di Bacino del Fiume Po, ha chiesto un calo del 20% di prelievi per continuare l’irrigazione e consentire di portare a compimento il raccolto. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha invitato i Comuni a emettere ordinanze per ridurre l’utilizzo dell’acqua potabile nei servizi non indispensabili, come lavare le auto o innaffiare gli orti e riempire le piscine private. In Lombardia Confagricoltura parla già di 2 miliardi di danni e il presidente Attilio Fontana ha chiesto ai cittadini di «fare uso parsimonioso dell’acqua». Intanto l’assessore all’agricoltura lombardo Fabio Rolfi pensa ad un tavolo per studiare le possibilità di recuperare le acque reflue per irrigare i campi. Su tutto il territorio risulta sciolta in anticipo tutta la neve in montagna e la riserva idrica regionale è il 60% della media.

Si corre ai ripari dalla Valle d’Aosta al Trentino

Neve scomparsa anche in Valle d’Aosta, con conseguente grave calo di invasi e bacini. Per questa ragione il governatore Erik Lavevaz ha risposto negativamente alla richiesta d’aiuto venuta dai vicini piemontesi. «Con i nevai già sciolti come fossimo ad agosto e le temperature alte anche a 4 mila metri, – ha dichiarato Lavevaz – ci troveremo tutti a dover fare i conti con una carenza idrica importante». Infatti, è già arrivata la prima ordinanza nella Regione, a La Salle, dove il sindaco ha disposto il razionamento per l’acqua potabile per uso non domestico.

In Piemonte l’allerta riguarda ben 145 Comuni, con le acque del Po che hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi 70 anni ed una riduzione tra il 50% e il 90% di portata d’acqua delle sorgenti di montagna. Qui Coldiretti stima 900 milioni di euro di danni ed il 10% dei Comuni ha emanato ordinanze per ridurre gli sprechi d’acqua. In Trentino il sindaco di Ronzo-Chienis ha chiuso i rubinetti di acqua potabile dalle 23 alle 6. A Tesimo, in Alto Adige, vietato l’utilizzo dell’acqua per orti e piscine.

Toscana, multe per uso improprio dell’acqua

Disposizioni simili anche per la Toscana, dove il governatore Eugenio Giani punta alla realizzazione di nuovi bacini, invasi e punti di raccolta dell’acqua. Il sindaco di Livorno, ha previsto una sanzione dai 100 ai 500 euro per chi viene sorpreso ad usare l’acqua potabile per usi non domestici. Desta, infatti,  preoccupazione la scarsità d’acqua nella falda costiera livornese, ormai al di sotto dei minimi storici. Il Lazio ha, invece, già dichiarato lo stato di calamità naturale in tutta la regione fino al 30 Novembre 2022, mentre i sindaci locali sono stati invitati a predisporre provvedimenti finalizzati al risparmio idrico.

La situazione al Sud

Tragica anche la situazione del Sud, dove ANBI – Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue- ha evidenziato elevati livelli di rischio desertificazione. In Sicilia si parla del 70% di superfice con un rischio medio alto di desertificazione. Seguono il Molise (58%), la Puglia (57%), Basilicata (55%). Condizioni idriche migliori solo in Sardegna, dove gli invasi sono all’80% del loro volume e non si sono rese necessarie restrizioni. Resta, però, il problema delle cavallette ed un elevato rischio incendi.

Intanto ieri sera si è tenuta una riunione al MiPAAF, per fare il punto sull’emergenza siccità. Erano presenti il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, il sottosegretario Gian Marco Centinaio, il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e i capi gabinetto del MiPAAF e del MiTE. Dall’incontro è emerso che, sulla dichiarazione dello stato di emergenza per la siccità, le «Regioni sono al lavoro sull’individuazione dei criteri» e «a seguito delle istruttorie delle Regioni, la Protezione Civile predisporrà un Dpcm da trasmettere al Consiglio dei Ministri». Per quanto concerne l’eventualità di proclamare lo stato di eccezionale avversità atmosferica, si potrà fare su proposta delle Regioni, ma solo «qualora il danno provocato dalla siccità superi il 30% della produzione lorda vendibile».

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