giovedì, 18 Aprile 2024

Da benestante a nullatenente, il “caro prezzo” del tradimento: marito infedele deve restituire tutto alla moglie

Lavorava nell'azienda della moglie, nella quale era entrato da nullatenente. Il tradimento con la cognata gli è costato tutto. Il Giudice ha deciso che deve restituire tutto.

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Un’avventura extraconiugale costata molto cara, quello di un marito per nulla fedele ed ora anche nullatenente. Con una sentenza la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di Massimo B., il fedifrago le cui avventure con la cognata – sposata con il fratello di sua moglie – hanno portato, oltre che alla separazione, anche alla revoca «per ingratitudine» di tutte le donazioni di soldi e immobili ricevute dalla consorte. Ad aggravare la posizione dell’uomo, il fatto che la relazione «si era sviluppata all’interno dell’azienda della famiglia» della moglie.

L’uomo aveva fatto ricorso in Cassazione contestando proprio la revoca delle donazioni ricevute all’interno del matrimonio. A sua discolpa, l’adultero sosteneva che il matrimonio fosse già in crisi quando avrebbe iniziato la relazione con la cognata e che questa «era stata intessuta con modalità tali da essere mantenuta segreta». Le gentili accortezze dell’uomo non sono bastate, però, a far commuovere gli ermellini, che hanno confermato la revoca come stabilito dalla Corte di Appello di Firenze nel 2019. Secondo la sentenza, i giudici toscani avrebbero correttamente riconosciuto la gravità dell’offesa «all’onore patita» dalla moglie tradita, evidenziando «un atteggiamento di noncuranza e di assenza di rispetto nei confronti della dignità della moglie» da parte dell’infedele.

Come sostenuto dalla Cassazione, la gravità della vicenda risiedeva nel fatto che la relazione extraconiugale fosse stata intrecciata all’interno del nucleo familiare della donante, minando così la stabilità stessa del tessuto familiare della donna. A peggiorare il tutto, poi, il fatto che «l’adulterio si era sviluppato all’interno dell’azienda di famiglia, cosicché la scoperta del tradimento è inevitabilmente divenuta nota anche tra colleghi e dipendenti, riverberando l’infedeltà dell’uomo nell’ambito lavorativo, con evidente e innegabile pregiudizio per la dignità della moglie».

In seguito alla vicenda la coppia si è separata, e al marito infedele, che aveva iniziato a lavorare nell’azienda della moglie da nullatenente non è rimasto nulla. Privato di soldi e proprietà, l’uomo è anche stato perseguito dalla moglie per «ingratitudine», ottenendo piena vittoria nella causa civile.

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