“Non nego che mi dispiace congedarmi dalla vita, sarei falso e bugiardo se dicessi il contrario perché la vita è fantastica e ne abbiamo una sola. Ma purtroppo è andata così. Ho fatto tutto il possibile per riuscire a vivere il meglio possibile e cercare di recuperare il massimo dalla mia disabilità, ma ormai sono allo stremo sia mentale sia fisico”. È con queste ultime e sentite parole che Federico, 44enne di Senigallia finora noto come ‘Mario’, ha salutato una vita fatta di impedimenti e sofferenze per affrontare il nuovo viaggio da lui tanto agognato: la morte.
“Non ho un minimo di autonomia della vita quotidiana – ha proseguito Federico, che per sua scelta ha deciso di rendere note le proprie generalità dopo la morte -, sono in balìa degli eventi, dipendo dagli altri su tutto, sono come una barca alla deriva nell’oceano. Sono consapevole delle mie condizioni fisiche e delle prospettive future quindi sono totalmente sereno e tranquillo di quanto farò. Con l’Associazione Luca Coscioni ci siamo difesi attaccando e abbiamo attaccato difendendoci, abbiamo fatto giurisprudenza e un pezzetto di storia nel nostro paese e sono orgoglioso e onorato di essere stato al vostro fianco. Ora finalmente sono libero di volare dove voglio”.
Federico si è spento nella sua abitazione dopo essersi autosomministrato il farmaco letale attraverso un apposito macchinario per una spesa di 5mila euro a suo carico e per la quale l’Associazione Luca Coscioni aveva avviato una raccolta fondi. Federico è stato il primo in Italia ad aver ottenuto l’accesso al suicidio medicalmente assistito, reso legale dalla Corte costituzionale con la sentenza 249/2019 sul caso Cappato-Antoniani.