sabato, 20 Aprile 2024

Napoli, accoltella madre adottiva e si barrica in casa: 17enne in stato di fermo

Tra il giovane e i genitori adottivi non sembra si fossero verificati dissapori tali da poter far pensare a una tragedia preannunciata. A lanciare l'allarme ieri lo stesso 17enne che, stando ad alcune testimonianze dei vicini di casa, si sarebbe affacciato dal balcone gridando a squarciagola: "Ho ucciso mia madre, andrò all'inferno", prima di chiudersi in casa.

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È stato fermato il 17enne che, nel tardo pomeriggio di ieri, 15 giugno, avrebbe ucciso la madre adottiva a coltellate. Il minorenne, di origini lituane, è stato interrogato dalla Polizia per cercare di individuare il movente che lo avrebbe condotto al folle gesto. Pare che tra il giovane e i genitori adottivi, entrambi medici, non si fossero verificati in precedenza dissapori tali da poter far pensare a una tragedia preannunciata. Incredulità anche da parte dei vicini di casa dei due coniugi e dei colleghi di lavoro. Al momento le indagini sono state affidate alla Polizia e alla Procura per minorenni; il 17enne, invece, è stato posto in stato di fermo dal Pm.

La tragedia

Il ragazzo avrebbe brutalmente ucciso la madre adottiva al culmine di un litigio nel tardo pomeriggio di ieri, 15 giugno, probabilmente attorno alle 19, in uno stabile nel cuore della città, in via Rampe San Giovanni Maggiore. Il ragazzo avrebbe accoltellato la madre adottiva, una donna di 61 anni, colpendola con diversi fendenti. A lanciare l’allarme lo stesso 17enne che, stando ad alcune testimonianze dei vicini di casa, si sarebbe affacciato dal balcone dell’appartamento e avrebbe urlato a squarciagola: “Ho ucciso mia madre, andrò all’inferno“, prima di chiudersi in casa.

Sul posto, l’immediato intervento della Polizia di Stato, assieme agli agenti dell’ufficio Prevenzione Generale e del Commissariato Decumani della Questura di Napoli. Fondamentale anche l’intervento dei Vigili del Fuoco che sono riusciti a entrare nell’appartamento tramite una scala. Al momento dell’irruzione, la vittima era già deceduta mentre il giovane era ancora all’interno dello stabile e, per di più, con le mani insanguinate.

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