giovedì, 25 Aprile 2024

“L’equilibrio delle lucciole”, il romanzo d’esordio di Valeria Tron

Da cantautrice a scrittrice, il romanzo d'esordio di Valeria Tron conquista i lettori.

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Il romanzo d’esordio della cantautrice Valeria Tron sta facendo parlare di sé. “L’equilibrio delle lucciole”, secondo molti lettori, non si accosta ad alcuna delle ultime uscite contemporanee. La scrittura musicale e poetica del testo trasporta il lettore su un’altra dimensione.

Lo stile è di certo inconsueto per le opere contemporanee ma lo è anche l’uso del patois, un dialetto valdostano, accostato all’italiano.

La storia, che si propaga per 400 pagine è un vero e proprio fiume, ma a volte riporta il lettore a tornare sui suoi passi e rileggere quelle frasi così poetiche e musicali che difficilmente si toglierà dalla mente.

Ogni punto di partenza ha bisogno di un ritorno. Per riconciliarsi con il mondo, dopo una storia d’amore finita, Adelaide torna nel paese in cui è nata, un pugno di case in pietra tra le montagne aspre della Val Germanasca: una terra resistente dove si parla una lingua antica e poetica. È lì per rifugiarsi nel respiro lungo della sua infanzia, negli odori familiari di bosco e legna che arde, dipanare le matasse dei giorni e ricucirsi alla sua terra: ‘fare la muta al cuore’, come scrive nelle lettere al figlio. Ad aspettarla – insieme a una bufera di neve – c’è Nanà, ultima custode di casa, novant’anni portati con tenacia. Levì, l’altro anziano che ancora vive lassù, è stato ricoverato in clinica dopo una brutta caduta. Isolate dal mondo per quattordici giorni, nel solo spazio di quel piccolo orizzonte, le due donne si prendono cura l’una dell’altra.

Mentre Adelaide si adopera per essere utile a Nanà e riportare a casa Levì, l’anziana si confida senza riserva, permettendole di entrare nelle case vuote da tempo, e consegnandole la chiave di una stanza intima e segreta che trabocca di scatole, libri ricuciti, contenitori e valigie, in cui la donna ha stipato i ricordi di molte vite, tra uomini, fiori, alberi e animali, acqua e tempo. Una biblioteca di esistenze, di linguaggi, gesti e voci, dove ogni personaggio è sentimento, un modo di amare. Fotografie, lettere, oggetti che sanno raccontare e cantare il tempo: di guerra e povertà, amori coltivati in silenzio, regole e speranza, fatica e fantasia. Un testamento corale che illumina le ombre e le rimette in equilibrio. La bellezza intensa che respira oltre la vita e rimane in attesa di parole. Tuffarsi nella memoria significa avere il coraggio di inventare un altro finale e vivere oltre il tempo che ci è stato concesso, per ritrovare il luogo intimo di ognuno. La casa.

L’autrice e il suo editor ci hanno confessato che “Meizoun”, ovvero “Casa” era il titolo originario dell’opera, poi modificato per via di alcuni espedienti narrativi.

Valeria Tron, nasce come cantautrice, e questo ha fatto sì che questo libro nascesse un po’ per caso, un po’ per necessità ma ben lontano dal solito schema. I capitoli erano letti ad alta voce dalla stessa Valeria, l’editor stesso non li leggeva ma li ascoltava. Un audiolibro ancor prima di diventare libro, una cosa fuori dal comune.

Il suono della frase, della parola deve arrivare prima di tutto, è la forma base del suo romanzo. “Da piccoli impariamo le filastrocche e le poesie perché hanno una melodia, questo è quello che ho inserito anche nel mio libro”.

I vari personaggi di “L’equilibrio delle lucciole”, sono “i miei sentimenti” durante la stesura i personaggi erano ormai parte integrante della sua vita, come se ai bordi del letto ci fossero Nanà o Adelaide.

Una lettura diversa, coinvolgente, che fa sentire ogni profumo e suono della storia narrata da Valeria Tron.

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