La pandemia, nelle ultime settimane, sembrerebbe rallentare, complice forse anche l’arrivo della bella stagione; i casi da covid-19, così come evidenziato dall’ultimo monitoraggio dell’Iss e Ministero della salute, sono diminuiti. Gli esperti, però, continuano a discutere sulla validità dei vaccini e sulla necessità di altri richiami. La Fda, Food and Drug Administration, agenzia del farmaco americana, ha dato il via libera al booster del vaccino per i bambini dai 5 agli 11 anni. I dati hanno dimostrato come completare la vaccinazione con la terza dose, anche nei più piccoli, genera una memoria immunologica più duratura e in grado di proteggere dalla malattia.
A sottolineare l’efficacia della terza dose è l’immunologa dell’Università di Padova e direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica Citta della Speranza, Antonella Viola, che ribadisce come “anche le classiche vaccinazioni obbligatorie, ad esempio l’antitetanica, richiedono 3 somministrazioni perché il ciclo sia completo, quindi no c’è da stupirsi”. Il richiamo dovrà essere fatto almeno a 5 mesi dall’ultima dose, ma si attende ancora la decisione dell’Ema, Agenzia europea per i medicinale. Nelle prossime settimane si dovrebbero avere anche informazioni sul vaccino per i bimbi con meno di 5 anni.
Se per i piccoli è sempre più sicura l’efficacia della dose booster, ancora incerta l’utilità di un quarto richiamo per tutti. “I dati finora disponibili sulla quarta dose di vaccino anti-Covid mostrano alcuni benefeci a breve termine nelle categorie a più alto rischio. Tuttavia le informazioni sono disponibili solo per i vaccini a mRna e ci sono dati limitati sulla durata della protezione”. Questo è ciò che emerge dalle raccomandazioni dell’Oms sulla prospettiva di estendere la seconda dose booster a fasce più ampie di popolazione. Dopo aver esaminato i dati di 7 studi pubblicati, gli specialisti ritengono che siano necessari altri dati prima di prendere qualsiasi decisione in merito.