venerdì, 19 Aprile 2024

Blitz antimafia nella notte: scacco al clan Brancaccio 31 arresti in tutta Italia

Nella notte. da Palermo sono stati eseguiti 31 arresti nella maxi operazione antimafia condotta da Polizia e Carabinieri. L'ordinanza ha colpito i vertici del mandamento di Brancaccio.

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Nella notte, a Palermo, è stata eseguita un’importante operazione antimafia contro la cosca del mandamento di Brancaccio. Il lavoro della Polizia di Stato e dei Carabinieri ha portato all’arresto di 31 individui, di cui 29 in carcere e 2 agli arresti domiciliari. Le accuse sono, a vario titolo, di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, detenzione e produzione di stupefacenti, detenzione di armi, favoreggiamento personale ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.

Il mandamento di Brancaccio

L’operazione portata a termine riguarda il mandamento di Brancaccio e, nello specifico, che comprende le “famiglie” di Brancaccio, Corso dei Mille e Roccella. Il provvedimento, però, riguarda anche la famiglia di Ciaculli. Le misure cautelari non sono state eseguite solo a Palermo ma anche a Reggio Calabria, Alessandria e Genova. Grazie alle indagini, la Polizia è riuscita a ricostruire gli assetti delle famiglie mafiose. Sono stati identificati i probabili vertici, gregari e soldati, che si sarebbero occupati della gestione del “pizzo”. È stato chiarito anche chi gestisce le numerose piazze di spaccio a Brancaccio. Insomma, pare che le Forze dell’Ordine siano riuscite a scovare tutte le attività necessarie al mantenimento dell’associazione dei suoi sodali e delle famiglie di quelli detenuti.

Il giro di estorsioni

Sono 50 le estorsioni ricostruite e documentate nell’ordinanza ai danni di titolari di esercizi commerciali. A tutti i livelli, dal piccolo ambulante fino all’operatore della grande distribuzione. Il pizzo, quindi, veniva imposto a tutti gli operatori economici. L’estorsione non ha risparmiato neppure un venditore di sfincione, focaccia tipica a Palermo, il quale, dopo aver trovato i lucchetti bloccati dall’attak si è rivolto ad uno degli indagati per la “messa a posto“. I sopralluoghi degli uomini del racket e la richiesta di pizzo sarebbero avvenuti anche nei cantieri in prossimità di un Commissariato di Polizia. Tra i fatti documentati anche “la pervicacia dimostrata dagli estortori di Brancaccio che non avrebbero esitato ad effettuare il sopralluogo presso un cantiere edile nelle immediate vicinanze del commissariato di polizia, finalizzato alla successiva eventuale richiesta estorsiva“.

La caduta dei vertici

Tra i destinatari dell’ordinanza ci sono personaggi del calibro di Giovanni Di Lisciandro – ritenuto al vertice della cosca, e altri esponenti come Stefano Nolano, Angelo Vitrano e Maurizio Di Fede. Quest’ultimo, secondo gli inquirenti, sarebbe “responsabile operativo” per il settore delle estorsioni e del traffico di droga.

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