giovedì, 28 Marzo 2024

Romaeuropa Festival, presentato il programma della 37a edizione: dall’8 settembre al 20 novembre 2022 in 18 spazi di Roma

Provengono dai cinque continenti le artiste ed artisti (oltre 400) che animeranno il REF2022 con un programma di musica, teatro, danza, nuovo circo, arti digitale e creazione per l’infanzia articolato in 74 giorni di programmazione con 80 spettacoli e 155 repliche in 18 spazi di Roma. 

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«Credere fermamente che un futuro diverso sia ancora possibile e che lo si possa costruire attraverso il dialogo e il confronto culturale significa testimoniare l’opposizione netta e determinata ad ogni forma di aggressione, di guerra, di atrocità in Europa e ovunque nel mondo e rivendicare la centralità umana, con la sua unicità nel saper creare e immaginare». È con queste parole che il Presidente Guido Fabiani e il Direttore Generale e Artistico Fabrizio Grifasi introducono la trentasettesima edizione del Romaeuropa Festival, in programma nella Capitale dall’8 settembre al 20 novembre.

Un “fare festival” che vuol significare riaffermare l’energia infrangibile dello spettacolo, la vocazione umanitaria dell’arte, quella trasmissione libera di idee, visioni e passioni che è risveglio dei valori su cui si fonda il dialogo culturale oggi minacciato dalla violenza. Romaeuropa vive con repulsione ogni aggressione militare e rilancia l’anelito di pace attraverso il potere sconfinato e salvifico dello spettacolo, di cui le artiste e gli artisti sono portavoce. «Assieme al team del REF2022 ci siamo interrogati su quale avrebbe dovuto essere la nostra reazione a questa contrazione di un orizzonte prima sconfinato e ci siamo riconosciuti nel lavoro costruito con le artiste e con gli artisti di questa edizione» aggiunge Fabrizio Grifasi.

Provengono, dunque, dai cinque continenti le artiste ed artisti (oltre 400) che animeranno il REF2022 con un programma di musica, teatro, danza, nuovo circo, arti digitale e creazione per l’infanzia articolato in 74 giorni di programmazione con 80 spettacoli e 155 repliche in 18 spazi di Roma. E sarà un invito ad immaginare il futuro l’inaugurazione di questo percorso che l’8 e il 9 settembre, porterà il festival en plein air nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” insieme all’ICK Dans Amsterdam diretto da Emio Greco e Pieter C. Scholten per presentare il loro evento/manifesto We Want It All: un festival condensato in un’unica pièce in cui si mescolano atmosfere rock e pop, virtuosismo e classicità e che, al fianco delle danzatrici e dei danzatori della compagnia, vedrà protagonisti gli interpreti della formazione junior ICK-Next per aprirsi a nuovi tempi, trovare nuove prospettive, vedere nella fine il preludio ad un nuovo inizio.

IN DIALOGO CON LA STORIA | Ma questo slancio di speranza non può non radicarsi nella conoscenza e nel confronto con alcune delle pietre miliari del nostro Novecento e del nostro patrimonio culturale. Così l’iconica Berliner Ensemble, fondata da Bertolt Brecht, arriva a Roma diretta da Barrie Kosky, tra i massimi registi teatrali e d’opera viventi, per presentare un nuovo allestimento de L’Opera da tre soldi (il celebre “spettacolo con musica” che debuttò nel 1928) restituendo centralità alle memorabili composizioni di Kurt Weill. L’ensemble ICTUS, tra le più prestigiose formazioni belghe, nella serata conclusiva del festival (in corealizzazione con Musica per Roma), esegue integralmente, insieme a Collegium Vocale Gent e alla voce narrante di Suzanne Vega, il capolavoro di Philip Glass Einstein On The Beach mentre il compositore e regista tedesco Heiner Goebbels si confronta con i testi di uno dei più grandi talenti-outsider dell’arte europea del XX secolo, Henri Michaux.

È un dialogo tra danza e musica quello presentato grazie al supporto di Dance Reflections by Van Cleef & Arpels, il progetto attraverso il quale la celebre Maison sostiene artiste, artisti ed istituzioni nella diffusione del patrimonio coreografico: con Drumming la coreografa fiamminga Anne Teresa De Keersmaeker insieme ad ICTUS si confronta con l’omonimo capolavoro di Steve Reich mentre la tedesca Sasha Waltz impegna la sua compagnia nel dialogo con In C di Terry Riley, composto nel 1964 e considerato il primo pezzo di musica minimalista. È ancora Dance Reflections by Van Cleef & Arpels, in collaborazione con il REF e Villa Medici, a presentare la nuova pièce del coreografo francese Noé Soulier che, in un’opera site-specific itinerante, si confronta con le meravigliose architetture e la storia dell’Accademia di Francia a Roma.

Con la Sinfonia Incompiuta di Schubert dialoga la coreografa francese Maud Le Pladec che, insieme al musicista Pete Harden, si propone di ricomporre questo capolavoro in differenti sequenze di variazioni musicali e coreografiche, mentre ai Madrigali Guerrieri et Amorosi di Claudio Monteverdi si rivolge il regista Benjamin Abel Meirhaeghe che, insieme al musicista (Jesse) Doon Kanda – icona dell’avant pop internazionale grazie alle sue collaborazioni con Björk ed Arca – mette in scena il racconto di tutte le lotte per la libertà dell’amore. Di eroi e passioni ci parla anche il coreografo italiano Enzo Cosimi che torna al REF con l’intera Orestea – Trilogia della Vendetta mentre la regista Martina Badiluzzi utilizza il mito di Penelope per proseguire la sua ricerca intorno alle identità femminili ponendosi ancora una volta in una dimensione sospesa tra figure arcaiche e contemporaneità. Se il coreografo spagnolo Marcos Morau con La Veronal, dedica alla forza del teatro e della macchina scenica il suo Opening Night (riferendosi sin dal titolo all’omonimo film di John Cassavetes), la magia della scena è protagonista in Room, la nuova creazione dell’istrionico James Thierrée che si cimenta, per la prima volta,  in una creazione di teatro musicale radunando sulla scena un ensemble di tredici musicisti e danzatori con i quali trasfigurare una stanza in un luogo onirico e una notte in un canto poetico teso alla libertà.

Altro incontro quello tra le immagini di William Kentridge e la musica di François Sarhan eseguita dall’ensemble ICTUS in O Sentimental Machine, spettacolo incentrato sul rapporto dell’uomo con il progresso tecnico a partire dall’eredità del costruttivismo e del futurismo mentre è al celebre romanzo 1984 di George Orwell che si ispira Mihkel Kerem per costruire una composizione musicale per il New European Ensemble, accompagnata dalle immagini cinematografiche del regista Gijs Besseling, dalla presenza dell’attore italiano Marco Quaglia e da un’introduzione di Edward Snowden l’informatico, attivista e whistleblower statunitense, ex membro della CIA.

UN DIALOGO CON IL PRESENTE | Ai capisaldi della nostra storia e della nostra cultura corrispondono altrettanti punti di vista e altrettante identità spesso cancellate dalle narrazioni che tramandano il nostro passato e che le artiste e gli artisti del Romaeuropa Festival 2022 ci invitano ad interrogare per ricostruire, oggi, un più ampio patrimonio culturale e umano: se il coreografo Roduan Mriziga dirige Dorotheé Munyaneza in un assolo in cui si mescolano rituale, danza, architettura, canto, poesia e rap per riscrivere la memoria delle popolazioni del Nord Africa, l’icona della danza Sudafricana Robyn Orlin porta in scena otto giovani interpreti della sua compagnia Moving Into Dance (tra le prime compagnie di danza non razziali a Johannesburg) per raccontare l’energia, l’inventiva e i colori dei risciò Zulù, la loro creatività come forma di resistenza dietro cui si nasconde la storia dolorosa delle loro condizioni di vita. Dal Brasile il coreografo Bruno Beltrão torna con la sua compagnia Grupo de Rua per rispondere attraverso la scrittura coreografica alle pratiche repressive dell’estrema destra nel suo paese mentre alle estreme polarizzazioni dei nostri giorni e al linguaggio violento che caratterizza alcuni discorsi politici il coreografo Jan Martens reagisce con il suo Any attempt will end in crushed bodies and shattered bones dando vita, insieme al Dance On Ensemble, ad un inno alla ribellione, alla disobbedienza e alla resistenza.

Globalizzazione e antiche tradizioni spirituali asiatiche convivono come nuovi modelli di trasmissione e resistenza corporea in Yishun is Burning di Choy Ka Fai che costruisce un assolo trascendente, multimediale e multinazionale facendo propri i linguaggi della scena Vogueing e Queer asiatica mentre il coreografo Jefta Van Dinther insieme alla svedese Cullberg dà vita ad un dittico arcaico-futuristico centrato sulla narrazione del rapporto tra uomo e natura.

La compagnia messicana Lagartijas Tiradas al Sol è protagonista di due differenti spettacoli che indagano il concetto di democrazia a partire dal retroterra culturale e storico del proprio paese (Tiburón) e quello di rappresentazione e auto-finzione nel più personale Lázaro. Combina biografia e realtà, ricordi, documenti e finzione anche il regista Rabih Mroué, che in Riding on a Cloud (presentato in corealizzazione con il MAXXI – Museo Nazionale del XXI secolo) dà vita ad una ricostruzione della guerra civile libanese e degli attuali sviluppi sociali e politici in Libano. Soggettività e documenti sono al centro delle produzioni del regista Valentino Villa – che insieme all’attrice Monica Piseddu porta in scena Au Bord della pluripremiata drammaturga francese Claudine Galea per costruire una riflessione sulla violenza dell’immagine a partire dalle foto delle torture e degli abusi subiti dai prigionieri iracheni nel carcere di Abu Ghraib – e di Paola Di Mitri che muovendosi in una geografia intima fatta di ricordi, filmini e vecchie fotografie ricostruisce la sua storia famigliare sovrapponendola alle cartografie della città di Taranto. Ci riporta alla storia italiana e in particolare all’Ottobre del 1922 Renato Sarti che, con la consulenza dello storico Mimmo Franzinelli, ricostruisce gli eventi che, nel contesto della grave crisi politica e sociale, resero possibile la Marcia su Roma e le vicende che ne seguirono.

Torna al Romaeuropa Festival 2022 anche l’acclamato regista Milo Rau che con Grief and Beauty prosegue il suo percorso di ricerca dedicato al racconto della dimensione privata della vita affrontando il tema dell’addio e del lutto ma anche della memoria e della solidarietà dinanzi ai momenti finali di un’esistenza.

In uno spazio intimo, volto all’accoglienza e all’inclusione, ci introducono il regista inglese Alexander Zeldin che con Faith, Hope and Charity (in corealizzazione con Teatro di Roma) torna a costruire un’esperienza teatrale capace di descrivere le fragilità umane puntando al cuore del nostro presente e Caroline Guiela Nguyen che nel suo Fraternité costruisce un racconto fantascientifico intarsiato da frammenti di vite reali che, come fremiti improvvisi, raccontano esistenze al margine, testimonianze di un presente lanciato nello spazio e illuminato dalla luce baluginante della nostra solidarietà.

UN DIALOGO CON IL FUTURO | L’attenzione del REF alle nuove proposte della scena nazionale si radica in Anni Luce, la sezione a cura di Maura Teofili che scommette sul sostegno alla creatività under30 e alle creazioni della scena teatrale italiana ponendo al cuore del suo operare il progetto Powered By REF: un’opportunità di sostegno, formazione e sviluppo dedicata a giovani artiste ed artisti che operano nel campo della ricerca teatrale e della performance. Tre i nomi selezionati da questa terza edizione che presenteranno il primo esito della loro ricerca nell’ambito del programma del festival: Greta Tommesani con CA.NI.CI.NI.CAElena Bastogi con senza titolo (mâcher ses mots)Matrice Teatro con Il dilemma dei cento girasoli fotovoltaici.  Infine, dalla scorsa edizione di Powered By REF, la regista Giulia Odetto presenta il compimento del suo Il mio corpo è come un monte.

Torna, ancora nell’ambito di Anni Luce, la nuova edizione di Situazione Drammatica, il format dedicato alla nuova drammaturgia, ideato da Tindaro Granata e presentato da Romaeuropa in rete con i prestigiosi premi nazionali dedicati alla nuova drammaturgia HystrioTondelli e Riccione. Novità assoluta per il 2022 è la definizione di una segnalazione speciale del REF che intende monitorare e selezionare tra i testi presentati ai premi quelli particolarmente attenti a tematiche interculturali assumendo così un ruolo attivo di monitoraggio e osservazione delle nuove proposte drammaturgiche. Le produzioni nate intorno ad alcuni delle più efficaci opere selezionate sono ospitate all’interno del festival al fine di garantire un ciclo di osservazione che partendo dal testo giunga alla sua concretizzazione scenica. Ne è esempio Ok Boomer di Nicolò Sordo, vincitore del Premio Tondelli nel 2021, che debutterà nella sua forma scenica con la regia di Babilonia Teatri. Completano questo approfondimento sulle nuove scritture per la scena gli incontri e i podcast realizzati grazie alla collaborazione con Rai Radio 3.

È fotografia di un movimento che attraversa l’Europa facendone danzare le identità, Dancing Days, la sezione curata da Francesca Manica che raccoglie alcune delle più sorprendenti creazioni della scena coreografica europea (anche grazie alla rete Aerowaves) disegnando network sul territorio nazionale e internazionale. Ne sono protagoniste e protagonisti la danzatrice e coreografa franco-malgascia Soa Ratsifandrihana, la francese Leïla Ka, il tedesco Philippe Kratz, l’olandese Andrea Hannes, il belga Cassiel Gaube e gli italiani Stefania Tansini e Pablo Girolami (in corealizzazione con Teatro Biblioteca Quarticciolo). Continua a rivolgersi ai coreografi e alle coreografe emergenti DNAppunti Coreografici, il progetto a sostegno delle coreografe e dei coreografi under35 promosso e sostenuto dall’omonima rete e di cui Romaeuropa presenta, all’interno della sua programmazione, la serata finale di premiazione e in prima nazionale il lavoro vincitore della scorsa edizione: Pas de deux di Jari Boldrini e Giulio Petrucci.

È dedicato ad artiste ed artisti sotto i 36 anni residenti stabilmente all’estero il concorso-premio Vivo d’Arte, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e volto alla selezione di opere originali di creazione contemporanea sviluppate nelle discipline del teatro, della danza e della musica che abbiano a cuore il tema della contaminazione e dell’incontro con la cultura del paese di residenza, mentre completa questo sguardo verso la scena del futuro Residenze Digitali, la rete per il sostegno alla creatività digitale,  di cui Romaeuropa è partner da quest’anno, che ha selezionato sei differenti progetti per un percorso volto all’esplorazione delle performing arts in rete e che, nell’ambito della sezione Digitalive del REF, presenterà il percorso nel “metaverso” dell’artista Kamilia Kard.

UN DIALOGO TRA GENERAZIONI | Nel segno dell’inclusione, del coinvolgimento delle famiglie e dell’apertura ad un pubblico di tutte le età il Romaeuropa Festival 2022 accresce la sua offerta tout le public a partire dal ritorno della Compagnia Finzi Pasca con le atmosfere sognanti di Bianco su Bianco, una fusione di danza, teatro e acrobazie nella quale i due interpreti-attori-acrobati-clown dialogano con un sofisticato e suggestivo universo fatto di luci e di suoni (una tecnologia sviluppata dalla compagnia per la Cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Sochi del 2014) attraverso il quale raccontare con ironia e delicatezza le difficoltà di una vita, il valore dell’amicizia e dell’amore che l’attraversa.

Alle bambine e ai bambini dai sei anni in su sono invece dedicati i weekend di REf Kids & Family, la sezione curata da Stefania Lo Giudice che attraversa tutta la durata del festival invitando il giovane pubblico ad esplorare i linguaggi della creazione contemporanea. L’olandese Zonzo Company insieme ai musicisti dell’avventuroso trio jazz De Beren Gieren accompagna il giovanissimo pubblico alla scoperta del grande jazzista Thelonious MonkConsorzio Balsamico racconta in Questi pochi centrimetri di terra una storia di fuga e accoglienza, Dadodans si concentra sulla trasmissione delle emozioni attraverso la musica e il canto, Compagnia Quattrox4 torna con una nuova produzione di circo contemporaneo mentre Factory Compagnia Transadriatica rilegge la storia del pifferaio di Hamelin e l’origine del mistero che la circonda.

DIALOGHI IN CONCERTO | Se la musica continua a fungere da collante tra le differenti proposte della programmazione del festival, riunendo prospettive d’indagine e pratiche differenti, cospicua è la proposta di concerti del Romaeuropa Festival 2022. Il pluripremiato compositore e produttore Ólafur Arnalds presenta nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica (in corealizzazione con Spring Attitude Festival) il suo monumentale album Some Kind of Peace per l’unica data italiana del suo tour europeo; ancora dall’Islanda (nonostante le sue origini Australiane) arriva Ben Frost, icona dell’elettronica e della ricerca contemporanea mentre dal Giappone il maestro Ryoji Ikeda prosegue con music for percussion n.2 (presentato in corealizzazione con Musica per Roma) il suo percorso di analisi e affondo sulle percussioni e sulla purezza del suono da loro prodotto. Ancora in corealizzazione con Musica per Roma è presentato il concerto di Dream House Quartet – la crew costituita dalle pianiste Katia e Marielle LabéqueBryce Dessner e David Chalmin  che torna per un nuovo live in cui partendo dall’esecuzione di Les enfants terribles di Philip Glass intesse musiche di Meredith Monk, le prime esecuzioni italiane di brani della compositrice islandese Anna Thorvaldsdottir e di David Chalmin oltre alla prima assoluta di una nuova composizione firmata dallo stesso Dessner – e l’omaggio per i cento anni dalla nascita di Iannis Xenakis proposto dal PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble diretto da Tonino Battista.

Piotr Orzechowski aka Pianohooligan presenta Missa Sine Verbis, un rituale musicale in cui sono riunite e ri-arrangiate le musiche sacre dei più celebri compositori polacchi tra cui H. Górecki e K. Penderecki; Fabrizio Ottaviucci torna a cimentarsi con la quanta parte delle Treatise di Cornelius Cardew mentre approdano per la prima volta al festival Paola Prestini insieme all’ex componente dei Kronos Quartet Jeffrey Zeigler e la compositrice svedese Hanna Hartman (residente all’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo) al fianco dell’artista tedesca Dafne Narvaez in una performance che intreccia animazioni dal vivo, oggetti in movimento ed elettronica.

L’incontro tra linguaggi è anima anche della sezione Digitalive, a cura di Federica Patti, dedicata all’indagine delle culture digitali, delle sonorità sperimentali ed elettroniche e di quei formati performativi che stanno ridefinendo il concetto stesso di live musicale. Ne sono esempio Distantia di Franz Rosati, il live di Libby Heaney con Nabihah Iqbal in collaborazione con RE:Humanis, la performance Beneath The Neural Waves di Sofia Crespo and Entangled Others Studio, l’augmented reality sculpture di Auriea Harvey oltre al progetto ARNA: l’Archivio dei Rituali del Nuovo Abitare proposto da Salvatore Iaconesi e Oriana Persico a cui si affiancano le attività dedicate alla realtà virtuale proposte dal VRE – VIRTUAL REALITY EXPERIENCE diretto da Mariangela Matarozzo.

Alla sezione LineUp! a cura di Giulia Di Giovanni e Matteo Antonaci il compito di esplorare, con uno sguardo volto alla parità di genere e all’inclusività, le nuove sonorità pop e urban nella musica italiana insieme alle identità e alle narrazioni da essa veicolate. Contaminati e reinventati i suoni dell’R’n’B, dell’elettronica e del Nu-Jazz sono al centro di questa seconda edizione che vede protagoniste la cantante e performer italo-marocchina LaHasna, classe 1993 e già artista selezionata da MTV New Generation insieme al producer Salam Carther, la cantautrice NAVA, nata a Teheran e stanziatasi da diversi anni a Milano dove, tra pop ed estetica camp, ha dato vita ad uno stile personalissimo caratterizzato dalla contaminazione e dalla mancanza di limiti, la producer e songwriter LNDFK, cresciuta a Napoli e figlia di due diverse culture (madre italiana e padre arabo) che ha illuminato il panorama musicale italiano con il suo album d’esordio Kuni in cui mescola sonorità jazz, neo-soul e R’n’B in un amalgama originale e alieno; la cantautrice e producer di origini metà italiane e metà colombiane Joan Thiele con il suo stile sofisticato e internazionale nel quale interseca eleganti derive R’n’B, pop e arrangiamenti d’altri tempi in un equilibrio perfetto di tradizione e sperimentazione ed Elasi, la cantautrice, compositrice e producer alessandrina pronta a fare festa con il suo sound dai confini geografici e stilistici fluidi. Completa la sezione Eclissi Talk, uno speciale waiting for Coming Out Day realizzato in collaborazione con il Gay Center per portare in scena i racconti dell’omonimo podcast ideato da Pietro Turano e prodotto da Cross Production: storie di autodeterminazione e rivincita di persone lgbtq+ accompagnate da un dibattito in sala alla presenza delle/i protagoniste/i del podcast e da guests dal mondo della scena musicale e culturale italiana.

Si strutturano come veri e propri dialoghi anche gli incontri de Le Parole delle Canzoni, il format ideato e presentato da Treccani che pone a confronto musiciste e musicisti con scrittrici e scrittori per dare vita a conversazioni intorno alla pratica della scrittura nell’ambito della scena cantautoriale e pop italiana (tra i protagonisti di questa edizione il cantautore Giovanni Truppi).

INSIEME – IN DIALOGO CON IL PUBBLICO | Sostenibilità e solidarietà, sono, dunque, le parole chiave che Romaeuropa sceglie di porre al centro di questa trentasettesima edizione. Nata all’insegna dell’impegno per il dialogo, l’accoglienza e supporto a chi nel mondo fugge da guerre, persecuzioni e violenze, una nuova collaborazione costruita con l’Agenzia ONU per i Rifugiati inaugura un percorso che si sostanzierà in un contributo filantropico a sostegno di UNHCR in Ucrania e in un calendario di attività condivise di prossima diffusione.

È volto alla sostenibilità ambientale, invece, il progetto REF Eco-Friendly che mira a calcolare, mitigare ed abbattere le esternalità ambientali negative di tutta l’organizzazione del Festival e che, grazie al prezioso supporto della Fondazione Ecosistemi ha dato vita ad un percorso volto ad incorporare la sostenibilità ambientale nella fase di ideazione, produzione e realizzazione del REF e a garantire una rete tra tutti i reparti volta alla transizione green delle catene di fornitura. Nello scorso mese di aprile, Romaeuropa ha contribuito alla nascita del Bosco intensivo di Via Rosa Raimondi Garibaldi, voluta dal Circolo Legambiente Garbatella attraverso la donazione di 16 piante di Acero Campestre nell’ambito del Progetto Ossigeno della Regione Lazio della quale è partner dal 2020Questa piantumazione contribuirà all’assorbimento della CO2 prodotta dai voli internazionali degli artisti nell’ambito del Festival 2022.

Tante sono le attività che alimentano la community del REf: in collaborazione con Casa dello spettatore, realtà coordinatrice sul territorio romano, Romaeuropa aderisce ad Affido Culturale progetto per il contrasto della povertà educativa che propone di mobilitare delle “famiglie risorsa”, valorizzando l’esperienza dell’affido familiare, ma declinandola sullo specifico della fruizione di prodotti e servizi culturali, mentre la compagnia Bartolini Baronio, vincitrice del bando Boarding Pass torna da New York per incontrare il pubblico con una nuova tappa del progetto Esercizi sull’Abitare raccogliendo le storie di chi ha scelto di ricostruire la propria casa lontano dal suo paese di origine.

Si rinnova, inoltre, la partnership tra Romaeuropa e il Festival di Film di Villa Medici promosso dall’Accademia di Francia a Roma diretta da Sam Stourdzé che giunge alla seconda edizione con un programma di film d’artista, saggi, fiction e documentari offrendo una panoramica della creazione cinematografica più contemporanea.

Numerose sono, infine, le attività di dibattito e confronto con il pubblico a partire dalla presentazione del “libro-librido” Performing Media, un futuro remoto. Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale a cura di Gaia Riposati e Massimo Di Leo (Editoria & Spettacolo) nell’ambito della III edizione di Performing media! (un progetto di Urban Experience per Estate Romana in collaborazione con Romaeuropa e Teatro di Roma) per proseguire con Il silenzio dell’attore e la Phonè – Carmelo Bene e Vittorio Gassman, uno speciale appuntamento a cura del Prof. Emerito Ferruccio Marotti volto a ricostruire un incontro tra queste due figure centrali della cultura italiana, fino arrivare ai percorsi di formazione realizzati insieme all’Accademia Nazionale di Danza, all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, all’Accademia di Belle Arti di Roma e alla RUFA – Rome University of Fine Arts.

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