giovedì, 18 Aprile 2024

“Non è un caso di gravità estrema”: anni di abusi e violenze non valgono per la Commissione Tributaria

Dopo anni di violenze, la donna ha venduto la casa che condivideva col compagno orco, ma l'Agenzia delle Entrate ha chiesto il rimborso delle agevolazioni fiscali. Una Giudice della Commissione tributaria di Varese ha definito quegli abusi come "caso non di gravità estrema".

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Ricevere minacce, violenze e percosse da parte del compagno non è un “caso di gravità estrema, assolutamente fuori da ogni possibile previsione, eccezionale ed inevitabile”. Con queste parole messe nero su bianco, in netta contrapposizione con un’ordinanza del Gip del Tribunale di Busto Arsizio, una Giudice della Commissione Tributaria di Varese ha deciso che una donna di 36 anni è tenuta a rimborsare all’Agenzia delle Entrate le agevolazioni fiscali ottenute per l’acquisto della prima casa, venduta prima che fossero passati cinque anni, come prevede la legge.

La donna era la “schiava sessuale” del compagno, che abusava di lei anche durante la gravidanza e la puniva quando non si prestava alle sue richieste. Dopo anni di violenze, ha denunciato alle Forze dell’Ordine la sequenza degli avvenimenti e, dopo una misura cautelare e un trattamento sanitario obbligatorio, l’uomo è stato arrestato e messo in carcere nel 2017, dove si è tolto la vita. La donna ha deciso di vendere la casa per voltare pagina e lasciarsi alle spalle tutto ciò che aveva subito dal compagno, ma l’Agenzia delle Entrate ha avviato una richiesta di rimborso e i tre giudici si sono espressi con queste esatte parole sulle violenze: “Non è un caso di gravità estrema, assolutamente fuori da ogni possibile previsione, eccezionale ed inevitabile”.

Secondo la donna, questa sentenza ha fatto ancora più male “non solo per il dolore fisico e psicologico che ho affrontato, anche perché con la vendita della casa ho potuto ritrovare un po’ di autonomia e mantenere il bambino senza l’ausilio di nessuno”. Ma in questo frangente entrano in gioco anche le controversie sui diritti civili delle “coppie di fatto”, equiparati a quelli delle coppie sposate, visto che la deroga al divieto della vendita dell’abitazione è valida solo per i coniugi e non per i conviventi, sebbene l’ordinamento riconosca da alcuni anni l’esistenza di altri tipi di unione civile. La vicenda, raccontata dal Messaggero, è destinata sicuramente a destare polemiche, con probabili strascichi legislativi.

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