“Da primi riscontri su analisi dei prelievi effettuati sui cinghiali emergono con alta probabilità altri due casi di positività su 16 campioni prelevati. I casi sono riferiti alla stessa area del caso zero. I campioni verranno inviati all’Istituto zooprofilattico di Perugia per la definitiva conferma”. È con queste parole che l’Assessorato alla Sanità della Regione Lazio si è espresso riguardo altri due casi sospetti di peste suina a Roma, dopo il caso zero scoperto lo scorso 7 maggio, nella zona del parco dell’Insugherata, precisando di “proseguire tutte le attività previste dall’ordinanza regionale”, tra cui l’analisi sui capi sospetti e sulle carcasse e il loro smaltimento in sicurezza. Inoltre l’Assessorato chiede al ministero “di assegnare anche i test di conferma all’Istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana per ridurre i tempi degli esiti”.
Nelle zone della Capitale dove sono stati più frequenti gli avvistamenti degli animali, sono state installate reti di contenimento per i cinghiali. Sabrina Alfonsi, assessora all’Ambiente e ai Rifiuti di Roma Capitale, sembrerebbe aver dato disposizioni all’Ama di mappare i luoghi dei cassonetti su cui intervenire con ulteriori recinsioni, ma questo piano di emergenza verrà discusso nella giornata di domani in una riunione tra l’Assessorato e la partecipata.