sabato, 20 Aprile 2024

Minori stranieri e tesseramenti sportivi, la storia di Dragush: 1 anno in attesa di poter giocare in Campionato

Si chiama Dragush Kurty, ha 18 anni ed è arrivato in Italia circa due anni fa, tra i tanti minori stranieri non accompagnati. Da un anno aspetta di potersi tesserare per poter giocare come tutti i suoi coetanei.

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“Abbiamo mandato a Roma tutti i documenti, ma a distanza di un anno ancora niente. Nessuna notizia. Mi piacerebbe giocare almeno l’ultima partita di campionato, il 15 maggio”. Si chiama Dragush Kurty, ha 18 anni, compiuti lo scorso 29 aprile ed è albanese. Dragush è arrivato in Italia circa due anni fa, tra i tanti minori stranieri non accompagnati che lasciano le famiglie e le loro case e affrontano un lungo viaggio in mare per raggiungere il nostro Paese, in cerca di un futuro migliore e di un lavoro, prima di tutto. Una volta arrivato in Italia, Dragush è stato trasferito a Ravenna dal Tribunale dei minori di Bologna e ospitato in comunità, insieme ad altri giovanissimi come lui. Qui, grazie al sostegno di una rete di assistenti sociali e della cooperativa Il Villaggio del Fanciullo, ha potuto muovere i primi passi per iniziare una vita nuova, seppur da solo.


Dragush mentre gioca a calcetto

Ad aiutarlo c’è il suo tutore volontario, Massimo Farneti, che in questi due anni, come padre putativo, ha accompagnato Dragush nei vari percorsi, dalla scelta dell’indirizzo scolastico in vista anche di futuri sbocchi professionali fino a quella dello sport, che è poi ricaduta sul calcio. Dragush ama tantissimo questo sport e quindi, mentre studia per diventare idraulico, da circa un anno gioca in una società di Ponte Nuovo. Gli allenamenti vanno bene, il mister e i dirigenti sono molto contenti dei suoi risultati, tuttavia, partito il campionato, il minore non può essere convocato perché manca ancora il tesseramento. Un tesseramento che richiede una serie di passaggi burocratici obbligatori e molto lunghi; così passa il tempo, le partite si susseguono e Dragush continua a guardare i suoi compagni giocare dalle tribune. Ad un anno dalla richiesta, il tesseramento del ragazzo non è ancora arrivato. Dragush, oggi, ha da poco compiuto 18 anni, ha perso un anno di gare e ora, con la maggiore età e stando alla legge italiana, dovrebbe avere più rapido accesso alla tanta agognata tessera sportiva.

“Non mi aspettavo questa attesa – racconta Dragush -. Amo il calcio e non ho mai smesso di allenarmi, nonostante ogni volta mi dicessero dalla segreteria che non potevo essere convocato perché mancava il tesserino. Abbiamo mandato a Roma tutti i documenti, ma a distanza di un anno ancora niente. Nessuna notizia. Mi è stato detto di aspettare ormai il compimento dei 18 anni, perché la pratica è molto più snella e nel giro di una settimana avrei ricevuto tutto. Sono diventato maggiorenne da una settimana e ancora niente. Mi piacerebbe giocare almeno l’ultima partita di campionato, il 15 maggio, e partecipare ai tornei estivi, insieme ai miei compagni. Vedremo”.

“È una storia assurda se ci pensate – spiega il tutore del ragazzo – e capita a tanti minori stranieri come Dragush. Anche i genitori adottivi di una bambina di 8 anni, che frequenta la stessa società di Ponte Nuovo, sono ancora in attesa di tesserarla. E si tratta di adozione, di una forma di tutela ancora più stabile e sicura. Gli intoppi burocratici sono tanti, per fare un solo esempio, vengono richiesti due certificati dalla scuola: uno che confermi che i corsi seguiti dal minore siano autorizzati dallo Stato, l’altro sulla durata del corso. Nonostante abbia seguito la procedura come richiesto, è passato un anno e non abbiamo ottenuto nulla”.

“Adesso le cose dovrebbero semplificarsi – aggiunge -, solo perché Dragush è diventato maggiorenne e paradossalmente ci saranno meno vincoli. Lui spera di riuscire a giocare almeno l’ultima partita di campionato, sarebbe un bel regalo dopo tanti allenamenti e sacrifici. Per ora abbiamo sempre visto le partite da spettatori e tifosi, in tribuna. Fortunatamente è un ragazzo sereno e forte, non ha mai reagito negativamente a questa situazione. Ha sempre avuto una gran voglia di giocare e di impegnarsi. La società sportiva, inoltre, gli è sempre stata accanto e i dirigenti e tecnici sportivi hanno fatto tutto quello che rientrava nelle loro possibilità”.

“Con la maggiore età, – continua Massimo Farneti – termina il percorso di tutela. Per la legge infatti non sono più il suo tutore, anche se il mio ruolo si concluderà effettivamente fra sei mesi. Se tutto va come deve andare, Dragush presto conseguirà il titolo da idraulico e potrà iniziare a lavorare e rendersi autonomo. Speriamo intanto di giocare qualche partita”.

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