venerdì, 19 Aprile 2024

Rivende Netflix, Dazn e Sky a prezzi “da truffa”: denunciato imprenditore

La Guardia di Finanza ha disvelato un sistema truffaldino di pirateria audiovisiva. L'imprenditore indagato era attivo su un sito internet come reseller di codici di decodifica per l'accesso a servizi criptati.

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I Finanzieri della Compagnia di Ascoli Piceno, nell’ambito delle attività a contrasto della pirateria audiovisiva digitale, hanno scovato un sistema di truffe, messo a segno da un imprenditore ascolano, tramite il sistema IPTV, sistema di trasmissione di segnali televisivi su reti informatiche. L’attività, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, è stata eseguita da finanzieri specializzati “Computer forensics digital analyst”, che hanno acquisito significative prove testimoniali e svolto analisi forense delle numerose strumentazioni informatiche sottoposte a sequestro.

L’imprenditore denunciato, parallelamente all’attività legale di commercio al dettaglio di computer, software e attrezzature d’ufficio, operava su un sito internet come “reseller” di servizi pirata, vendendo illegalmente elementi di decodifica che consentivano l’accesso a un servizio criptato che altrimenti si poteva ottenere solo con un regolare abbonamento. Specificatamente si tratta di un procedimento attraverso il quale alcuni soggetti sono in grado di decriptare il segnale delle pay tv; successivamente i codici di decodifica vengono ceduti a dei “reseller” che li rivendono ai clienti al fine di poter visionare, in modo del tutto illegale, i programmi criptati di alcune delle più note piattaforme digitali quali Sky, Mediaset Premium, Netflix, Dazn.

I clienti versavano il corrispettivo pattuito effettuando ricariche su carte postepay riconducibili all’indagato, pagando somme inferiori rispetto al reale canone dovuto al fornitore del servizio televisivo. L’autorità Giudiziaria ha disposto, pertanto, una perquisizione personale e locale, attraverso la quale la Guardia di Finanza ha sequestrato il materiale informatico utilizzato dall’imprenditore e circoscrivendo gli effetti della sua condotta illecita a un numero limitato di clienti individuati tramite mirate indagini bancarie, al fine di individuare le somme percepite illecitamente. È stata, quindi, avviata anche un’attività di verifica fiscale nei confronti della ditta individuale, con lo scopo di individuare e ricondurre a tassazione i proventi derivati dalla vendita dei codici pirati.

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