martedì, 23 Aprile 2024

News, gelato e coca: il buongiornissimo di Musk e la “sveglia” della Ue

Quello che parrebbe essere il sogno democratico di un miliardario illuminato, cozza con i fatti e più che parlare di una utopistica libertà, questo progetto miliardario si scontra con la nuova impostazione dell'Europa sui servizi digitali. A quanto pare, Twitter potrebbe essere solo l'inizio di un nuovo "monopolio" mondiale.

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Ormai è notizia trita e ritrita: Twitter è stato acquistato per la folle cifra di 44 miliardi di dollari da parte di Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo. L’operazione, a detta di patron Tesla, servirebbe a garantire una “assoluta libertà di parola” su Twitter, senza blocchi, come ad esempio quello di trumpiana memoria che ha portato a bandire l’ex Presidente americano dal social dopo l’assalto alle sedi del Congresso americano del 6 gennaio 2021.

Ma per noi comuni mortali cosa cambierà? Twitter è effettivamente una piattaforma dalle caratteristiche uniche, impossibile da rimpiazzare da un giorno all’altro. Non ha un sosia con caratteristiche paragonabili, è immediato ed è anche l’ultimo baluardo nel mondo dei social network in cui il testo non è stato completamente sostituito da immagini e video. Questo social è ormai diventato un’infrastruttura sociale cruciale per la sfera pubblica contemporanea così come per la politica. E in effetti tutte le principali organizzazioni hanno un profilo sul social dell’uccellino, come anche la maggior parte dei personaggi pubblici e dei leader mondiali, eccezion fatta per Mario Draghi e Vladimir Putin, per motivi diversi. Vari sono stati i tentativi negli anni di costruire piattaforme alternative, ma nessuna di queste è riuscita a soppiantare Twitter per numero di iscritti, rilevanza e per quella che si definisce con un terribile ma efficace neologismo, “notiziabilità”.

Sembrerebbe che non ci sia altro da fare se non prendere atto del cambio di proprietà e del disegno di Musk pregno di magnanimità nel concedere a tutti libertà di parola. A ben vedere, però, quello che parrebbe essere il sogno democratico di un miliardario illuminato, cozza con i fatti e più che parlare di una utopistica libertà, il progetto si scontra con la nuova impostazione dell’Europa sui servizi digitali. L’avvertimento è arrivato già da Thierry Breton, Commissario per il mercato interno dell’Unione europea, che ha avvertito Musk a un giorno appena di distanza dall’accordo per l’acquisto del social: anche questo nuovo Twitter dovrà adeguarsi alle nuove regole dell’Ue sulla moderazione dei contenuti. Il Commissario ha tweettato: “Che si tratti di automobili o di social media, qualsiasi azienda che opera in Europa deve rispettare le nostre regole, indipendentemente dalla loro partecipazione. Il signor Musk lo sa bene.”

Non solo. C’è un altro, spinoso punto su cui riflettere. Anche se in superficie per noi utenti sembra non essere cambiato nulla, Twitter non è più proprietà di un gruppo di azionisti guidati da Jack Dorsey, ma una proprietà privata di un solo azionista, che può decidere in completa autonomia cosa farne, come usarlo, quali contenuti sono consentiti e quali non lo sono. Può anche decidere, nel nome della libertà di pensiero, che le scarse limitazioni poste sui contenuti dal social così come si presenta oggi debbano essere rimosse per consentire a chiunque di comportarsi come preferisce: una strategia che sembra conseguente rispetto alla volontà dichiarata di Musk di “verificare” gli “utenti reali”. Sembrerebbe un’ottima notizia, infatti questo sancirebbe la fine dell’era dei fake, così come dei leoni da tastiera. Un dubbio, però, si insinua: gli account anonimi sui social spesso, non sono solo quelli dietro i quali si celano finte identità con cattive intenzioni. Nei fatti, la fine dell’anonimato, potrebbe essere un problema per tutti quegli utenti che sono costretti a scrivere sotto mentite spoglie perché magari residenti in Paesi in cui la libertà di espressione è davvero soggetta a restrizioni.

La decisione di Elon Musk potrebbe risultare alla fine dannosa, non solo per Twitter, ma in generale per internet come lo conosciamo: un mezzo a volte pericoloso, a volte tossico, ma che ha permesso a moltissime voci marginalizzate di emergere, che ha consentito a chi era minacciato da regimi oppressivi di farsi sentire mascherando la propria identità e ci ha fatto ridere insieme a profili palesemente fittizi come, ultimo ma solo in ordine temporale, Darth Putin.

Jack Dorsey, fondatore di Twitter, ha dichiarato tramite un thread “di avere fiducia nella visione di Elon“. Ma sull’opinione di Dorsey aleggiano dei timori. La mossa di Musk sembra più un modo per provare al mondo che lui può fare quello che vuole, perché chi ha il potere economico può tutto. A riprova di questo, nelle ultime ore non stupisce che Musk abbia usato Twitter come il suo megafono personale di notizie, urlando al mondo le sue prossime intenzioni. Due i tweet che hanno fatto andare in tilt il social e, a ruota, tutti i media. Dopo il primo, che recita “Il prossimo acquisto sarà Coca-Cola, così ci rimetterò dentro la cocaina”, solo un’ora più tardi, Musk scrive, con l’ironica cifra stilistica che lo contraddistingue: “Adesso comprerò McDonald’s e sistemerò tutte le macchine del gelato”. Che siano dichiarazioni vere o provocatorie non è importante e, per il momento, non ci è dato saperlo; ciò che impressiona a prescindere però, è che tutta la vicenda sembrerebbe sempre più una prova di forza, non una visione per un futuro inclusivo e libero. Ma d’altronde, se fosse così, non sarebbe la prima volta, non sarà l’ultima, in cui ci verrà ricordato che i ricchi hanno un potere che i poveri non avranno mai.

 

 

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