martedì, 16 Aprile 2024

Guerra in Ucraina, 1.964 morti e 2.613 feriti tra i civili. Mosca: “Ipotesi di sostituire il gas russo in Europa fa salire i prezzi”

Chernihiv distrutta per il 70%. Rilasciati 30 soldati ucraini prigionieri. Secondo Mosca il gas russo non è sostituibile in Europa e aumenteranno i prezzi, l'adesione di Svezia e Finlandia alla Nato cambierà situazione geo-politica. Aiea programma interventi riparatori alle centrali nucleari ucraine

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Al 50esimo giorno di combattimenti, le stime delle vittime sono tutto fuorché incoraggianti. Dal 24 febbraio scorso, i morti tra i civili ammontano almeno a 1.964, di cui 319 donne, 72 bambini, 55 ragazzi e 34 ragazze, e 2.613 i feriti, secondo quanto riferito dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Aumenta anche il numero delle strutture sanitarie colpite: sono 24 gli ospedali interamente distrutti e 324 quelli danneggiati, ma il ministero della Sanità di Kiev sta già lavorando per la ricostruzione e in alcune zone sono stati attivati degli ospedali da campo. A Chernihiv il sindaco ha valutato che il 70% della città è distrutta e che entro il 5 maggio ci sarà una bonifica della periferia dalle mine. Intanto c’è stato un nuovo scambio di prigionieri con la Russia, che ha rilasciato 30 soldati ucraini.

Dichiarazioni dalla Russia

“Adesso non c’è possibilità di sostituire il gas russo in Europa. Gli attacchi dei partner europei sul rifiuto delle forniture di risorse energetiche russe destabilizzano la situazione e fanno salire i prezzi. L’Europa è pronta ad abbandonare l’agenda verde e a scommettere di nuovo sull’energia fossile fino a poco tempo fa la definivano arcaica e sporca”. È così che Vladimir Putin si è rivolto al proprio governo, chiedendo di reindirizzare l’esportazione dell’energia dai Paesi occidentali all’Asia e di preparare gli impianti per rendere attuabile questo processo. Ha anche aggiunto che la decisione di Mosca di non accettare le valute dei “Paesi ostili” è solo un obiettivo strategico per creare rapporti commerciali con partner più affidabili.

Il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov, ex ambasciatore presso l’Alleanza atlantica, ha invece affermato che l’adesione “di Svezia e Finlandia alla Nato cambierebbe radicalmente la situazione politico-militare: la Russia prenderà le necessarie misure di sicurezza difensive con conseguenze tra le più indesiderabili”. Intanto il portavoce del Cremlino si è espresso a proposito del coinvolgimento degli Stati Uniti, asserendo che se volessero “promuovere la pace e la stabilità nel continente europeo” potrebbero smettere di fornire armi e “incoraggiare l’Ucraina a soddisfare le condizioni che sono state formulate in modo molto chiaro dalla Federazione Russa”.

La situazione alle centrali nucleari

Dal punto di vista delle centrali nucleari presenti sul territorio ucraino, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha programmato alcune missioni di assistenza tecnica per limitare il rischio di incidenti durante le battaglie. L’Ucraina ha 15 reattori nucleari all’interno di 4 centrali, oltre agli impianti per la gestione delle scorie radioattive a Chernobyl, che è stata sotto il controllo dell’armata russa fino al 31 marzo scorso. L’Agenzia sta discutendo il tipo di equipaggiamento di sicurezza necessario nei vari siti, compresi pezzi di ricambio e componenti. Proprio a Chernobyl, i tecnici dell’Agenzia effettueranno anche valutazioni radiologiche e sistemeranno le attrezzature di monitoraggio remoto.

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