sabato, 20 Aprile 2024

Guerra in Ucraina, attacco hacker alle truppe di Zelensky. Usa e Australia inviano mezzi corazzati e armi

Questa mattina Microsoft ha fatto sapere di aver interrotto alcuni cyberattacchi di un gruppo hacker legato all'intelligence russa. Un altro gruppo di hackers, invece, di probabile matrice bielorussa, ha tentato di compromettere diversi account Facebook del personale militare ucraino.

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Dall’Australia 20 veicoli corazzati sono arrivati questa mattina in Ucraina. È solo l’ultimo dei tanti sostegni militari che da giorni giungono al fronte. Gli Usa, infatti, hanno risposto agli appelli di Kuleba e Zelensky fornendo all’esercito ucraino migliaia di armi. Secondo la CNN sarebbero stati inviati 12mila sistemi anticarro, centinaia di droni kamikaze e 1.400 sistemi antiaerei. Martedì scorso, invece, gli States avevano approvato altri 100 milioni di dollari in armi per l’Ucraina, portando l’assistenza totale a Kiev a 1,7 miliardi dall’inizio del conflitto. 

Guerra digitale

Fino ad ora, però, allo scontro armato si è giustapposto quello digitale. Nell’ultimo mese il collettivo Anonymous, in più d’un occasione, ha infatti tentato di hackerare, spesso riuscendovi, diversi canali online delle forze armate russe. Nei giorni scorsi, invece, lo stesso è accaduto all’azienda Gazprom, che ha visto comparire sul proprio sito ufficiale diversi messaggi di dubbia provenienza. D’altra parte, questa mattina Microsoft ha fatto sapere di aver interrotto alcuni cyberattacchi di un gruppo hacker legato all’intelligence russa, che ha tentato di infiltrarsi nei media ucraini. Il colosso informatico avrebbe di conseguenza assunto il controllo di sette domini internet che il gruppo stava utilizzando.

Hacker bielorussi compromettono i profili Facebook di alcuni militari ucraini

Un altro gruppo di hackers, invece, di probabile matrice bielorussa, ha tentato di compromettere diversi account Facebook del personale militare ucraino. Dai profili hackerati, avrebbero poi chiesto alle milizie amiche di arrendersi. A riferirlo è Meta, la società madre di Facebook. I video sono stati immediatamente bloccati, e la società ha individuato una rinnovata attività di disinformazione della Internet Research Agency russa che avrebbe compromesso le elezioni USA del 2016.

 

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