martedì, 23 Aprile 2024

Guerra in Ucraina, sindaco di Mariupol: “Qui la nuova Auschwitz”. Russia fuori dal Consiglio dei diritti umani: domani il voto

La commissaria ucraina Lyudmyla Denisova ha raccontato di 15 soldatesse catturate dai russi e sottoposte a tortura. Atteso per domani il voto all'Assemblea delle Nazioni Unite per sospendere la Russia dal Consiglio per i diritti umani.

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Siamo al 42esimo giorno di resistenza ucraina e le forze armate russe lasciano le cittadine ormai rase al suolo per invaderne e distruggerne altre a est del Paese. Mentre a Sievierodonetsk, nel Lugansk, almeno una decina di edifici sono in fiamme, a Vougledar, nel Donetsk, hanno perso la vita 2 persone e 5 sono rimaste ferite nel bombardamento di un centro di aiuti umanitari. La notizia è stata data su Telegram da Pavlo Kirilenko, governatore di Kiev nella regione. Inoltre quest’ultimo ha pubblicato sul social una foto che mostra i cadaveri ritrovati per terra all’esterno di un palazzo senza più finestre. L’Onu ha comunicato gli ultimi terrificanti bilanci di morte: sono 1563 i civili uccisi dall’inizio del conflitto, di cui 130 bambini e almeno 2213 feriti. Si tratta di stime purtroppo destinate a salire.

Kiev: “Nostre soldatesse torturate e spogliate dai russi”

Cresce esponenzialmente anche il numero di donne violentate fisicamente e psicologicamente dall’esercito di Putin. La commissaria del parlamento ucraino per i Diritti umani, Lyudmyla Denisova, ha raccontato su Telegram che 15 soldatesse ucraine catturate dai russi sono state “sottoposte a tortura e maltrattamenti in cattività“. Si tratta di testimonianze rilasciate da donne presenti tra gli 86 militari ucraini liberati dalla prigionia la scorsa settimana. Gli uomini di Mosca le avrebbero arrestate, condotte in Bielorussia e poi trasferite in un luogo di detenzione preventiva a Bryansk, in Russia. Qui “sono state torturate e minacciate, spogliate nude in presenza di uomini, costrette ad accovacciarsi, tagliarsi i capelli e interrogate”. Denisova ha aggiunto che molte di loro sarebbero state anche obbligate a venir filmate in alcuni video di propaganda russa.

Mosca fuori dal Consiglio per i diritti umani, domani voto all’Onu

Dopo il massacro di Bucha, Putin rischia di essere processato per “crimini di guerra” e la Russia assume sempre più le sembianze del nemico comune che il mondo si prepara a combattere con ogni mezzo. Domani si voterà durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite per decidere la sospensione della Russia dal Consiglio per i diritti umani.
Secondo una fonte diplomatica dell’Unione Europea, in questa stessa occasione verrà varato il quinto pacchetto di sanzioni per Mosca. Se le nuove misure mettono d’accordo molti Stati, durante la riunione del Coreper è emersa la titubanza di altri Paesi in merito al divieto di import del carbone russo. Innegabile la contrarietà della Cina che ha sottolineato come le sanzioni imposte alla Russia siano “deleterie per l’economia mondiale“. Intanto continuano le chiamate tra i leader. Viktor Orbán ha parlato con Vladimir Putin. “Ho suggerito al presidente Putin di dichiarare un cessate il fuoco immediato. La sua risposta è stata positiva, ma con delle condizioni”, ha detto il premier ungherese in conferenza stampa.

Comune Mariupol: “I russi stanno bruciando corpi con crematori mobili”

“Gli assassini stanno coprendo le loro tracce. I crematori mobili russi hanno iniziato a operare a Mariupol. Dopo il genocidio di Bucha che ha avuto risonanza internazionale la leadership russa ha ordinato la distruzione di qualsiasi prova di crimini da parte del suo esercito a Mariupol”, questo quanto scrive il Comune di Mariupol sul suo canale Telegram. Il sindaco Vadym Boychenko ha detto su Facebook che la sua città “non è più la Cecenia o Aleppo, ma la nuova Auschwitz e Majdanek”. “I razzisti hanno trasformato l’intera città in un campo di sterminio. Sfortunatamente l’inquietante analogia sta ottenendo sempre più conferme”.

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