mercoledì, 9 Ottobre 2024

Guerra in Ucraina, bombe sui negoziati. Kiev frena: “Non ci fidiamo della Russia”. Lavrov vola in Cina

Gli spiragli dai negoziati di ieri 29 marzo ad Ankara non fermano le armi. Numerosi i bombardamenti nella zona di Kiev, continua l'evacuazione dalle zone meridionali del Paese. I ministro degli esteri russo Lavrov vola in Cina, ma non è chiaro se incontrerà il suo omologo Wang Yi.

Da non perdere

Nella giornata dei negoziati ad Ankara, i bombardamenti – che hanno interessato quasi tutta l’Ucraina – sono andati avanti. Il presidente Volodymyr Zelensky, in un messaggio pubblicato in tarda notte, ha invitato alla cautela per quanto riguarda gli impegni russi di ridimensionare l’offensiva su Kiev. “Certo, i rischi ci sono. Naturalmente, non vediamo alcun motivo per fidarci delle parole di alcuni rappresentanti di uno stato che continua a lottare per la nostra distruzione”, ha detto il presidente ucraino. “Gli ucraini non sono persone ingenue. Gli ucraini hanno già imparato durante questi 34 giorni di invasione e negli ultimi otto anni di guerra nel Donbass che ci si può fidare solo di un risultato concreto”. Intanto, secondo un ambasciatore delle Nazioni Unite, Mosca – dall’inizio dell’invasione – avrebbe già riportato numerose perdite.

In blu i territori controllati dalla Russia. In rosso quelli ancora ucraini (fonte: telegram)

Continuano i bombardamenti nella zona di Kiev

Secondo i servizi di emergenza ucraini, almeno 12 persone sono state uccise in un attacco missilistico russo contro un edificio governativo nella città meridionale di MykolaivNella zona di Kiev, precisamente a Irpin, il sindaco Oleksandr Markushyn, ha detto ai suoi concittadini della zona di restare lontani dalle loro case. “Non è il momento per tornare. La città non è ancora sicura. Sentiamo ancora spari e bombardamenti, i Grad (lanciarazzi multipli, ndr) sono ancora schierati“, ha detto in un videomessaggio ieri, 29 marzo. Il Kyiv Independent riporta “esplosioni multiple” a Kiev, nel giorno successivo all’impegno preso dalla Russia di ridurre le operazioni di combattimento intorno alla capitale. Durante le prime ore del mattino, su diverse regioni del paese, tra cui Zhytomyr, Kharkiv, Dnipro e Poltava sono stati riscontrati altri attacchi aerei.

Tentativi di evacuazione dalle zone dell’Ucraina meridionale

Nella parte meridionale del Paese, invece, prosegue l’evacuazione dei civili. Circa 1.665 persone sono riuscite a spostarsi, nelle ultime ore, nella città di Zaporizhzhia con le loro auto personali. Iryna Vereshchuk, vice primo ministro dell’Ucraina, ha detto che tra gli sfollati, 936 provenivano da Mariupol, ancora sotto assedio. Ha successivamente accusato le forze russe di bloccare autobus e camion di evacuazione nelle zone di Berdyansk, Melitopol ed Enerhodar. Anche i convogli di persone in fuga da Tokmak ed Enerhodar sono stati bloccati.

Palazzo distrutto a Mykolaiv (fonte: telegram)

Nazioni Unite: “1.179 civili morti da inizio invasione”

L’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite afferma di aver verificato 1.179 morti civili in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. I feriti invece sarebbero 1.860. “La maggior parte delle vittime civili registrate sono state causate dall’uso di armi esplosive con un’ampia area di impatto, compresi i bombardamenti dell’artiglieria pesante e dei sistemi di lancio multiplo dei razzi, e gli attacchi missilistici e aerei”, si legge in una nota. Non rientrano in queste cifre le vittime dei bombardamenti di Mariupol. Infatti, secondo Matilda Bogner, capo della missione per i diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina, “ci potrebbero essere migliaia di morti, di vittime civili, a Mariupol”.

Russia, Kyslytsya: “Perdite senza precedenti”

L’ambasciatore ucraino Sergiy Kyslytsya ha dichiarato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che la “smilitarizzazione della Russia è ben avviata” a causa di perdite di personale e attrezzature “senza precedenti“. Dall’inizio dell’invasione in Ucraina, Kyslytsya ha detto che l’esercito russo ha perso più di 17mila militari, almeno 1.700 veicoli corazzati e quasi 600 carri armati. Secondo Kyslytsya, “il numero di perdite sovietiche in Afghanistan impallidisce al confronto”.

Lavrov per la prima volta in Cina dall’inizio del conflitto

Il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov è arrivato in Cina per sua prima visita da quando Mosca ha lanciato la sua invasione in Ucraina. L’ambasciata russa a Pechino ha confermato che Lavrov è atterrato nella città orientale di Huangshan, pubblicando foto di delegati che scendevano da un aereo e venivano accolti da funzionari sanitari in tute hazmat. Lavrov parteciperà a una serie di incontri ospitati dalla Cina per discutere della questione Afghanistan. Si prevede la partecipazione anche di diplomatici degli Stati Uniti. Pechino ha informato che il ministro degli esteri Wang Yi incontrerà collettivamente i rappresentanti all’incontro, ma non è chiaro se ci sarà un faccia a faccia con il suo omologo russo.