giovedì, 28 Marzo 2024

Maxi fornitura di mascherine Ffp2 non regolari, Arcuri a rischio processo. L’ex Commissario: “Ora posso difendermi”

L'indagine fa riferimento a circa 800 milioni di mascherine Ffp2 provenienti dalla Cina e risultate non regolari. L'ex Commissario: "Nel pieno rispetto del lavoro della Magistratura, esprimo la mia soddisfazione per l'archiviazione delle ipotesi di reato relative non solo alla corruzione ma anche al peculato".

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Nel pieno rispetto del lavoro della Magistratura, esprimo la mia soddisfazione per l’archiviazione delle ipotesi di reato relative non solo alla corruzione ma anche al peculato“. Così l’ex Commissario per l’emergenza covid, Domenico Arcuri, a seguito della chiusura dell’inchiesta della Procura di Roma sulla vicenda delle mascherine.

L’inchiesta

È il 18 ottobre quando Arcuri viene indagato per la fornitura di mascherine provenienti direttamente dalla Cina e risultate non regolari. Pare che le mascherine in questione, Ffp2Kn95, non rispondessero ai requisiti di efficacia protettiva richiesti dalle norme Uni En e  non avessero superato i test di aerosol di paraffina e aerosol di cloruro di sodio. Arcuri avrebbe dunque acquistato 800 milioni di queste mascherine da alcuni consorzi cinesi, mediante intermediazione di alcune imprese italiane che hanno percepito commissioni per decine di milioni di euro. Oggi, dopo circa 5 mesi, l’indagine sulla maxi-fornitura di mascherine è stata chiusa e Arcuri rischia il processo, ma per la sola ipotesi di reato di abuso d’ufficio.

Coinvolte anche altre 10 persone, tra queste l’ex giornalista Rai Mario Benotti indagato per traffico di influenze illecite e Antonio Fabbrocini per frode nelle pubbliche forniture, per falso e abuso d’ufficio. Per la Procura di Roma, i tre avrebbero creato “un rapporto commerciale con la Pubblica Amministrazione senza assumere alcuna responsabilità sul risultato della propria azione e sulla validità delle forniture che procurava“. In particolare, Benotti “avrebbe sfruttato le relazioni personali e occulte con Arcuri, ottenendo che quest’ultimo assicurasse ai partner un’esclusiva in via di fatto nell’intermediazione delle forniture di maschere chirurgiche e dispositivi di protezione individuali“. Tuttavia, Arcuri si dice soddisfatto per la “possibilità di esercitare finalmente il mio diritto alla difesa in relazione alla residuale ipotesi di abuso d’ufficio“.

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