martedì, 23 Aprile 2024

Catania, scommesse clandestine on line: confiscati beni per 160 milioni di euro – VIDEO

Il sistema criminale sarebbe stato finalizzato alla gestione delle scommesse sportive. Gli indagati avevano ideato su internet una piattaforma di gioco non autorizzata in Italia, i ricavi venivano raccolti da agenzie per confluire sul conto di una società maltese. per poi essere riciclati.

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Scatta la confisca dei beni relativa al patrimonio di 2 soggetti per un importo complessivo pari a 160 milioni di euro. Dovranno rispondere dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla raccolta di scommesse clandestine, riciclaggio, truffa nei confronti dello Stato e all’evasione fiscale, con l’aggravante del reato transnazionale. Il provvedimento è stato eseguito dalla Guardia di Finanza di Catania e dal Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata (SCICO). Lo rende noto l’ufficio stampa delle Fiamme Gialle con un comunicato arrivato in redazione.

Si tratta del primo esito processuale all’interno di un’indagine molto complessa che ha portato a disporre misure cautelari per 23 soggetti, tutti indagati, a vario titolo, per esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata, autoriciclaggio, condotte aggravate, con la finalità di favorire gli interessi dell’associazione a stampo mafiosoSantapaola-Ercolano”. L’ordinanza, prima di disporre gli arresti, era stata eseguita nel marzo 2021, spalmata su territorio nazionale (in Sicilia, Emilia-Romagna e Puglia) ed europeo (in Germania, Polonia, Malta).

Le indagini

Le indagini sono iniziate dall’approfondimento di una segnalazione di un’operazione sospetta e hanno riguardato un sistema che sarebbe stato finalizzato alla gestione e raccolta illecita delle scommesse sportive online e delle attività volte al riciclaggio delle relative entrate. Nel dettaglio, durante le indagini preliminari, è venuto fuori che i soggetti indagati avevano ideato su internet un’apposita piattaforma di gioco, non autorizzata a operare in Italia, attribuendo la proprietà a una società maltese. Con le successive attività di verifica fiscale, è emersa l’esistenza di una stabile organizzazione della società maltese in Italia che, nel periodo considerato (dal 2013 al 2016), ha conseguito ricavi non dichiarati per 570 milioni di euro e ha omesso la dichiarazione dell’imposta sulle scommesse per un importo di circa 30 milioni di euro.

Le indagini hanno permesso di evidenziare l’illecita raccolta, sempre a cura dell’associazione criminale, di scommesse “da banco” su tutto il territorio nazionale, grazie ad una rete di agenzie collegate alla piattaforma di gioco ideata. I militari hanno notato che solo una piccola parte delle scommesse avveniva online, la maggior parte delle puntate sarebbe stata effettuata in presenza e pagata in contanti. Gli importi delle scommesse venivano raccolti dalle agenzie sparse sulla nazione; i proventi dell’evasione sarebbero affluiti nei conti della società maltese, dopo sarebbero stati ulteriormente riciclati nell’acquisto di terreni, fabbricati, società in Italia (Puglia, Emilia-Romagna) e in Germania.

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